Soroptimist
Italia al 70° posto per il “gender gap”
Il Soroptimist International Club d’Italia, service club a connotazione specificatamente femminile, celebra i 70 anni dalla sua fondazione con un convegno di portata nazionale focalizzato sul “gender gap”. Il convegno, dal titolo “Divario di Genere: cambiamo le regole”, si terrà a Roma, venerdì 24 gennaio alle ore 15 presso l’Università “La Sapienza”, facoltà di Giurisprudenza (Aula 101), Piazzale Aldo Moro 5. L’iniziativa è aperta al pubblico e alle socie che arriveranno dai 156 Club italiani. Alla base di questo gap permane la difficilissima conciliazione fra lavoro e genitorialità, e il bassissimo tasso di sostituzione (1,2%). Non è un problema delle donne, ma della società: le risorse sono limitatissime e le proposte (dal congedo di paternità ai servizi per l’infanzia, al lavoro agile) restano inascoltate o recepite in minima parte, e in modo assolutamente non incisivo.
Rosa Mazzarello Fenu, presidente del Soroptimist alessandrino, ci spiega di che cosa si tratta. «Innanzitutto per gender gap si intende divario, o forbice aperta, di genere; la “divaricazione” tra il maschile e il femminile soprattutto per ciò che riguarda l’attuazione di politiche sociali e nel mondo del lavoro. Il posto occupato dall’Italia, 70° in graduatoria, evidenzia le difficoltà enormi che quotidianamente incontrano le donne nei loro percorsi di vita. Un altro gap è rappresentato dalla disparità salariale. Il Soroptimst International (ma potrebbe essere il Centro italiano femminile) desidera, in una particolare ricorrenza, porre l’accento sulla scarsità di impegno delle forze politiche, delle organizzazioni sindacali e di categoria nei confronti di questo argomento». Quale contributo può dare una persona di fede a questa problematica? «Come persona, come donna, appartenente anche ad associazioni di ispirazione cristiana, riscontro una palese superficialità di intenti che non tiene conto dell’apporto offerto dalle donne sia attraverso le professioni, sia con l’impegno nell’ambito familiare, sia ancora nel volontariato. Sempre di più esse ricoprono ruoli insostituibili per la promozione della condizione femminile e sostengono, sotto ogni profilo, la difesa dei diritti umani per una società migliore, basata sulla giustizia e la pace tra i popoli».
Andrea Antonuccio