Intervista al presidente Giuseppe Ravetti
Si chiama “La grande lotteria di Castellazzo” e servirà per aiutare il progetto di “Insieme per l’autismo”, l’associazione castellazzese che si prende cura di chi ha questa disabilità. L’obiettivo è quello di creare un centro diurno a Castellazzo Bormida per i ragazzi disabili e le loro famiglie. Ma ci siamo fatti raccontare di più dal presidente dell’associazione, Giuseppe Ravetti (nella foto), 42enne castellazzese.
Giuseppe, quando e perché nasce “Insieme per l’autismo”?
«L’associazione è nata a fine del 2019, ha lo scopo di fare da serbatoio per la cooperativa “Il cavaliere blu” di cui sono presidente riguardo al progetto sull’autismo a Castellazzo. Si tratta della realizzazione di un centro diurno per autistici: una comunità dove offriremo servizi alle famiglie che vivono questa situazione e varie attività per i loro figli, seguiti da professionisti del settore».
Perché hai deciso di metterti in moto?
«Sono 15 anni che opero nel sociale, lavoro in un centro diurno a Ovada, sono operatore ed educatore. Mi sono avvicinato alla realtà dell’autismo e mi ha toccato moltissimo. In questi anni ho avuto la fortuna di comprendere ciò che vivono queste famiglie, e mi sono informato da vicino sul mondo di questa disabilità. Con il professor Lucio Moderato, vicepresidente della cooperativa, abbiamo organizzato alcuni corsi sull’autismo, per famiglie e operatori del settore. Nell’ultimo corso abbiamo raggiunto 200 iscrizioni, un gran risultato. Purtroppo, in questo momento, le cose sono ferme, ma grazie a questa iniziativa possiamo portare avanti la comunicazione del nostro progetto».
Si sta svolgendo la Lotteria, ci spieghi come è organizzata?
«Il costo del biglietto è di cinque euro, l’estrazione avverrà domenica 21 giugno, in palio 50 ricchissimi premi. Per la vendita dei tagliandi hanno aderito molti negozi ad Alessandria, Castellazzo, Spinetta Marengo, Tortona, Novi Ligure, Lerma, Casal Cermelli, Cassine, Gamalero, Bosco Marengo, Ovada, Molare, Castelferro, Valenza e Belforte. Potrete trovare tutti i punti vendita e le informazioni sulla mia pagina Facebook».
Non siete soli in questo progetto, avete tanti “aiutanti”…
«Assolutamente sì. Devo ringraziare il comune di Castellazzo per il patrocinio e il grande aiuto che mi stanno dando, si sono sempre dimostrati sensibili a queste tematiche. Poi ringrazio la Protezione civile di Castelazzo per l’appoggio, una parte del ricavato in beneficenza andrà anche a loro. Devo ringraziare anche alcune squadre di calcio: il Castellazzo, la Novese, i Boys di Ovada, l’Asca e la Boschese. Non posso dimenticare Ermanno Luzzani, acquarellista, studioso d’arte, vicepresidente e curatore dell’immagine artistica dell’Accademia Urbense di Ovada. Il testimonial della Lotteria è Giovanni Motta, ex giocatore dell’Alessandria Calcio, che ci ha supportati con un video. Per ultimo il mio grazie va a Roberto Stura (qui a fianco potrete leggere un suo breve pensiero sull’autismo, ndr), direttore del distretto sanitario di Alessandria e Valenza. Ma vorrei ancora aggiungere una cosa…»
Certo.
«Le gente non deve soffermarsi al prezzo del biglietto. Dare cinque euro sono per una giusta causa e un progetto futuro davvero importante. L’autismo sarà sempre in aumento nel nostro Paese e nel mondo. Dare anche quei cinque euro sarebbe un gesto veramente grande, per il bene di tutti».
La storia di Luca e del suo “mondo”
Luca usa molto bene i colori sul foglio di disegno, poi lo sguardo si perde lontano. La mamma di Luca gli ha preparato un piatto di pasta, con il sugo rosso. Luca ama troppo quel piatto, non gli piace dividerlo con il resto della famiglia, soprattutto con il fratello.
A volte la cena si rivela un po’ complicata, ma alla fine Luca posa la testa nelle braccia della mamma. Il fratello, che è più piccolo di Luca, sa già contare i soldi e, se non ci fosse traffico, potrebbe fare qualche piccola commissione nel negozio sotto casa. Luca no, se lo mandi in un posto non sei sicuro che lo raggiunga, si potrebbe distrarre lungo il percorso o semplicemente non comprendere il termine: “Negozio sotto casa”. Nella partitella in cortile Luca non riesce a giocare.
Hanno provato mettendolo in porta, ma lui i palloni li segue non li para. L’altro giorno ha stupito tutti perché ha quasi sorriso per il goal segnato dal fratello. Insomma, non lo puoi lasciare da solo, ma a volte la sua ingenuità ti “prende” e te lo tieni stretto, perché hai paura che il mondo lo contamini. Conoscere, sostenere il mondo di Luca è importante per lui, per te, per la sua famiglia e forse per tutta la comunità.
Roberto Stura – direttore del distretto sanitario di Alessandria e Valenza