Commento al Vangelo
Commento al Vangelo di domenica 27 dicembre 2020
Santa Famiglia di Nazareth
Oggi ascoltiamo il Vangelo di Luca al capitolo secondo […] In questo tempo di Natale siamo alla domenica della Sacra Famiglia: in giro e dalle finestre non vediamo più il colore pallido (ma anche profondamente evocativo) delle foglie, perché ormai sono cadute tutte dagli alberi.
A proposito del bellissimo colore che hanno gli alberi in autunno, mi veniva in mente una pubblicità della Reggia di Venaria che invitava i turisti a far visita al sito Unesco proprio giocando su questo aspetto, ovvero la bellezza dei suoi giardini esattamente nel momento in cui la natura si sta ritirando, sta apparentemente morendo, invecchiando. E proprio dagli anziani, sorprendentemente, vediamo una gioventù nella fede che non avremmo immaginato.
Gli alberi quando invecchiano, quando perdono le foglie, acquisiscono dei colori che conquistano il cuore, così come la fede degli anziani. Pensiamo a Simeone e Anna: la fede di questi anziani ha un qualcosa di magnetico, di accattivante. È una fede che non invecchia, è una fede giovane, che va verso Gesù, va incontro ad una promessa e al futuro. Non sta morendo, sta andando verso una nuova vita.
Così come Abramo che guarda le stelle e vede il suo futuro, vede la sua forza nella promessa di Dio, anche Simeone deve uscire, non dalla sua terra come Abramo, ma da casa sua per andare incontro a Gesù. Gli anziani che hanno ancora voglia di mettersi in gioco insegnano ai più giovani come si vive la fede, come si continua la ricerca, come si affronta la vita.
Anche Maria e Giuseppe hanno dovuto lasciare il loro paese per recarsi al tempio e compiere quanto la legge prescriveva. Anche esistere, dal momento in cui veniamo al mondo, ci chiede di uscire, di andare incontro alla luce, di passare da una sicurezza a un’insicurezza, ad un qualcosa che non possiamo controllare ma che ci chiede di avvicinarci ad esso. È il mistero della vita che ci chiama e ci attrae. Impariamo quindi attraverso la fede di questi anziani a fidarci di Dio, ad avere fiducia nelle sue promesse, a intravedere anche qui una buona notizia, che nella fede delle nostre famiglie dovremmo respirare.
Magari potrebbe essere l’occasione per chiederci: la mia fede, la fede della mia famiglia, è giovane o è vecchia? È appoggiata alla promessa di Dio o solo alla mia tristezza, la mia lamentela, il mio non guardare verso il futuro?
don Mario Bianchi
parroco di Solero e di Quargnento
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