Diocesi di Alessandria
Dopo i cambiamenti forzati dovuti alla pandemia, quest’anno la celebrazione della Messa Crismale ritrova la sua abituale collocazione, cioè alle ore 21 del Mercoledì Santo, appuntamento che la nostra Diocesi vive da più di quarant’anni. Come bene esprimono le premesse alla Benedizione degli Oli, “nella Messa Crismale si delinea la più vasta convocazione, che si estende non solo ai ministri ordinati (presbiteri e diaconi), ma anche a quelli istituiti o di fatto (accoliti, lettori, catechisti, ministri straordinari della comunione…) e ai cresimandi oltre che ai rappresentanti delle varie comunità”.
È una celebrazione unica che prepara la notte sacramentale per eccellenza, la Veglia Pasquale, e ha due aspetti di grande valore pedagogico per la comunità cristiana:
- la consacrazione del Crisma e la benedizione degli oli che costituiscono il segno centrale di vari sacramenti (il battesimo, la cresima, l’ordine, l’unzione degli infermi), e questo dentro l’Eucaristia; così, da una parte si mette in evidenza il valore del segno dell’unzione e, dall’altra, la centralità dell’Eucaristia per tutti i sacramenti;
- l’unione ecclesiale intorno al vescovo: è lui che presiede la celebrazione, circondato dal presbiterio e dai fedeli, e da questa celebrazione la vita sacerdotale si irradia alle diverse parrocchie. Per questo motivo le norme consigliano che, all’inizio della messa del Giovedì Santo “nella Cena del Signore” che si celebra nelle parrocchie, gli oli siano presentati e accolti in ogni singola comunità come segni della salvezza pasquale e di unità e comunione con il vescovo e tra di loro.
Una particolarità di quest’anno è poi l’inno latino che accompagna la processione d’offerta degli oli, il cui ritornello dice: O Redemptor, sume carmen temet concinentium (O Redentore, ascolta il canto dei fedeli che inneggiano a te). Ascolteremo in una delle strofe: “Tu che sei nato dal cuore del Padre, e sei disceso nel grembo della Vergine, strappa alla morte e rivesti di luce chi riceve l’unzione del Crisma”; una bella occasione, ricordando le unzioni che abbiamo ricevuto, per prepararci alla Pasqua sentendoci “strappati alla morte e rivestiti di luce” da Cristo.
don Gian Paolo Orsini