Speciale Madonna della Salve/7
Manuela, che cos’è Confesercenti?
«È un’associazione di categoria che si occupa di tutelare, promuovere e valorizzare il comparto del commercio al dettaglio, degli artigiani, dei commercianti, degli operatori di servizi delle nostre città. Noi riteniamo che l’assetto economico delle piccole e medie imprese sia fondamentale e strategico per tenere vive e animate le nostre città. Purtroppo, durante la tragica esperienza del lockdown, abbiamo visto che cosa vuol dire vedere una città deserta con i negozi chiusi: uno scenario che vogliamo scongiurare. Ora, perché i negozi prosperino e siano attivi, occorre che ci siano scelte politiche ed economiche che rendano i commercianti in grado di mantenere viva la città. Ricordiamo che i commercianti e i negozianti non sono soltanto posti di lavoro ma anche coesione sociale, sicurezza percepita, illuminazione».
Possono essere considerati “presìdi del territorio”?
«Certamente, sono anche un punto di riferimento per la clientela. Perché i clienti sono persone che si conoscono, con cui sia un dialogo, un rapporto di fiducia. E questo è un valore aggiunto, quello del legame e del rapporto personale, un patrimonio immateriale da valorizzare e da promuovere».
Avete dei progetti e delle iniziative a riguardo?
«Sì, ne abbiamo moltissime: abbiamo appena finito “Floreale”, che è stata un successo per Alessandria. Dopo due anni di stop è tornata questa manifestazione con un target nuovo, una sorta di format di festa di comunità. Perché è stato bello vedere il ritorno di tanti florovivaisti che ci hanno mostrato i loro prodotti, ovvero fiori, piante e complementi d’arredo per migliorare e abbellire i nostri giardini e i nostri terrazzi. Ma abbiamo notato con piacere anche il coinvolgimento di tantissime associazioni e istituzioni culturali di volontariato che hanno voluto esprimersi, portando il loro contributo e le loro iniziative vivendo la città attraverso i giardini, le vie e le piazze. Quindi con “Floreale” è proprio nato un nuovo format di comunità. Ma di proposte e progetti ne abbiamo tantissimi: noi crediamo molto nel turismo. Siamo convinti che la valorizzazione turistica di questa provincia sia un asset economico e strategico da sviluppare».
E sul tema del turismo state sviluppando qualche iniziativa in particolare?
«Si, certamente. A questo proposito abbiamo un progetto che abbiamo presentato ai comuni e alla regione per formare il personale, affinché ci sia una formazione sull’accoglienza turistica. Lo abbiamo fatto in collaborazione con il master sul turismo della nostra Università del Piemonte orientale, affinché i negozi diventino degli info point del territorio. Il negozio così non è più soltanto il luogo dove compri un prodotto o un servizio ma anche un posto dove trovi l’accoglienza, le informazioni più spicciole e il materiale pubblicitario di quella città».
Insomma, una sorta di “ufficio di promozione del territorio” diffuso?
«Esatto, è proprio questo: un ufficio turistico diffuso che trovi dal baristae, dal pasticcere, nei luoghi dove il turista entra per acquistare il prodotto ma trova anche nella cortesia dell’accoglienza quell’informazione fondamentale che serve come primo approccio con quel territorio o con quella città. L’esercizio coinvolto dovrà avere chiaramente un’insegna di riconosciment,o una sorta di info point. Questo per noi è un progetto importante, in cui crediamo. Così come crediamo negli Eductour (acronimo di Educational Tour)».
Di che cosa si tratta?
«Sono dei percorsi, degli itinerari che vengono fatti fare ai giornalisti della stampa di settore delle riviste che sono specializzate nel tema del turismo. Questi giornalisti vengono accolti nelle nostre città E nei nostri borghi per far fare loro esperienze di visite di beni artistici, storici, culturali: ne abbiamo moltissimi. Ma anche esperienze di enogastronomia o di scoperta del territorio attraverso esperienze come il foliage e tante iniziative che i nostri operatori del mondo del vino, dell’outdoor, del trekking sanno regalare. Si tratta quindi di tre o quattro giorni in cui immergiamo nelle bellezze A tutto tondo della nostra provincia giornalisti che poi sulle loro riviste scriveranno di noi, e questo è un altro progetto su cui stiamo lavorando che abbiamo già presentato in vari consensi in cui crediamo davvero tantissimo».
C’è un progetto che è già attivo da aprile: si tratta dello sportello bandi e contributi. A chi si rivolge?
«Abbiamo pensato di creare uno sportello specifico proprio sui bandi e sui contributi con staff preparato, specializzato e delicato rivolto a tutte le imprese, già costituite o che vorrebbero costituirsi. Perché ci rendiamo conto che ci sono molte opportunità di contributi a fondo perduto, finanziamenti a tasso agevolato, bandi in essere in vari settori. Ma c’è in giro una sorta di “overdose” di informazioni. E quando c’è tanta informazione, poi alla fine l’utente fa fatica a orientarsi e trovare quello che serve a lui, ciò che fa al caso suo. Oltretutto ci sono procedure molto complicate e quindi, per chi non fa quello nella vita, tante volte diventa troppo difficile fare domanda per un bando: ci si arrende prima ancora di provarci. Per questo abbiamo avviato questo sportello, che è fatto con la collaborazione e il supporto di giovani imprenditori di Confesercenti, guidati dal dottor Alessio Versace: un filosofo, formatore e docente, giovane imprenditore lui stesso, che mette la sua professionalità a supporto dell’associazione, proprio perché lui stesso ha fatto questo percorso. Ci sono alcuni bandi attivi: per esempio il Fondo impresa per le donne, dove vengono dati i contributi a fondo perduto per l’80% dei beni ammissibili. A questo proposito ricordo che questa è una provincia dove oltre il 10% delle imprese è femminile: noi svettiamo nella classifica regionale per essere la provincia con il maggior numero di imprese guidate da donne. E quindi abbiamo bisogno di supportarle: perché sappiamo che uno dei problemi, degli imprenditori in generale ma delle donne in particolare, è proprio quello dell’accesso al credito. Orientarsi in questo bando che è appena uscito non è per nulla semplice: è importante essere guidati nel modo giusto. Tra l’altro, rivolgendosi a questo sportello, si perde davvero poco tempo. C’è un primo contatto di conoscenza, un secondo che è per la consulenza del caso specifico della pratica e poi si risolve la pratica: con tre appuntamenti ci si fa un’idea e si può partire. Ma ci sono bandi anche per chi vuole comprare o cambiare la macchina aziendale a emissioni basse o zero, così come ci sono opportunità per negozi che vendono prodotti sfusi o alla spina, ma anche altre opportunità anche per start-up innovative. Davvero abbiamo messo in campo uno staff di persone preparate per cercare di dare servizi competenti e specializzati a tutti i commercianti e le piccole imprese che vogliono rivolgersi a noi anche solo per avere dei consigli».
Per saperne di più?
«Si può visitare la pagina facebook.com/confesercentiAL o telefonare in Confesercenti allo 0131 23 26 23».
Non possiamo lasciarci senza chiedere qualcosa di personale: ci racconta il suo rapporto con la Madonna della Salve?
«Per me si tratta di un rapporto di cui non si può fare a meno: è la nostra mamma celeste, colei a cui ci si rivolge con amore, con devozione, con ammirazione e con intimità per essere consolati, protetti, per trovare quella carezza dell’anima di cui abbiamo bisogno sempre tutti. Mi piacerebbe che avessimo il coraggio di non vivere la nostra fede solo in modo intimo o personale ma che avessimo una fede più ardente, meno tiepida, che la esternassimo di più. Perché abbiamo nella nostra Patrona colei che ci veglia e ci protegge. Lei non ha avuto paura a esporsi, non ha avuto paura di soffrire e di fare scelte importanti per il bene dell’umanità. Sarebbe bello che anche noi facessimo scelte più sentite, più convinte per sostenere e amare la nostra Patrona».
Più ardenti e più arditi, quindi?
«Essere cattolici non vuol dire andare a Messa la domenica, che è una cosa importantissima, ma significa cercare di vivere il Vangelo tutti i giorni nella nostra vita, nelle nostre azioni quotidiane. È una cosa difficilissima, ma l’esempio ce l’ha dato chi è finito in croce per noi. Noi siamo molto più fortunati, almeno da questa parte del mondo».
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