L’editoriale di Andrea Antonuccio
Care lettrici, cari lettori,
apriamo Voce con le parole che il nostro Vescovo ha pronunciato al termine della Processione della Madonna della Salve di domenica scorsa: «Per voi chiedo che la Madonna esaudisca i vostri desideri, vi aiuti nei vostri problemi. Ricordatevi che Dio fa questo non come vi aspettate voi. Siate pronti, perché Dio esaudisce le nostre preghiere sempre in un modo diverso da come ci aspettiamo».
Non come ci aspettiamo noi. Questo aspetto “bizzarro” della fede mi ha sempre fatto pensare molto: ma come, Signore, io ti chiedo che l’amico ammalato guarisca, e tu lo lasci morire? Oppure ti imploro affinché i figli facciano una certa scelta, e poi… Ma che fede (che fiducia!) occorre avere per accettare questo “modo diverso” di esaudire le nostre preghiere? Gesù Cristo bisogna conoscerlo proprio bene, essere proprio suoi amici, quando non aggiusta le cose come diciamo noi…
E come si alimenta questa amicizia? E dove? A Messa, a catechismo (leggete l’intervista a pagina 4, non ve ne pentirete) o nelle nostre interminabili riunioni organizzative? Papa Francesco, nel suo recente viaggio in Ungheria, ha voluto incontrare i bambini, ciechi e con disabilità motorie, dell’Istituto “Beato László Batthyány-Strattmann” di Budapest.
Il Santo Padre, davanti a tanti bimbi in carrozzella come lui, si è commosso e ha detto, parlando a braccio: «E questo è Vangelo puro. Gesù è venuto a prendere la realtà com’era e a portarla avanti. Sarebbe stato più facile prendere le idee, le ideologie e portarle avanti senza tenere conto della realtà. Questo è il cammino evangelico, questo è il cammino di Gesù».
Quei ragazzini ciechi e disabili sono la realtà che Gesù è venuto a prendere e a portare avanti. Noi li consideriamo (se va bene) sfortunati… e invece sono «Vangelo puro»! Amici, chiediamoci seriamente come viviamo: nella realtà portata avanti da Cristo, o nel mondo delle (nostre) idee?