A due settimane dalla conferenza stampa di Enea Benedetto
A due settimane dalla conferenza stampa di presentazione di Enea Benedetto come nuovo presidente dell’Alessandria Calcio, tanti gli interrogativi e una sola la certezza: dopo più di un decennio, anche le scadenze economiche tornano a essere una notizia, perché quello che nell’era Di Masi era diventato scontato, oggi purtroppo non sembra esserlo.
Al netto, infatti, di dichiarazioni programmatiche dai contorni piuttosto incerti, con obiettivi che passano dal «fare meglio di quest’anno» all’intenzione di dare «una dimensione internazionale alla squadra», resta da capire quale sia davvero il progetto – sportivo e non – che la proprietà pensa di poter realizzare. In primis management e guida tecnica: martedì, ad esempio, è stato ufficializzato che con il direttore sportivo Cerri «le strade si separeranno consensualmente», mentre resta in bilico mister Lauro, con una decisione che verrà presa la settimana prossima «dopo che società e allenatore avranno approfondito le loro reciproche valutazioni».
Almeno, così recita il comunicato rilasciato dalla società, nonostante sia stato reso noto che, per la parte sportiva, Benedetto dovrebbe attenersi anche al giudizio del socio Alain Pedretti, di cui però si sono perse le tracce da settimane. Intanto, entro e non oltre il 20 giugno andrà depositata in Lega la domanda di ammissione al prossimo campionato, unitamente alla fideiussione di 350 mila euro e al versamento di 5 mila euro, che costituiscono una parte dei complessivi 60 mila euro da pagare in più tranche. Il tutto, senza dimenticare le scadenza di stipendi e contributi e gli oneri relativi alla presentazione della documentazione relativa all’impiantistica e alla organizzazione societaria, fissata al 15 giugno.
In una recente intervista ai colleghi della Stampa che gli facevano notare l’esito non certo felice della precedente esperienza a capo di una società di Eccellenza, Benedetto ha sottolineato che «chi paragona il mondo dilettantistico a quello professionistico o non conosce il calcio oppure è in malafede». Almeno su questo, è impossibile non essere d’accordo.
Marina Feola