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In cammino con San Bruno da Solero/5

Santi e testimoni

Breve compendio a puntate sulla Vita e Opere di S. Bruno tratto dalla pubblicazione divulgativa curata da Gian Piero Pagano che sarà presentata a Solero il 7 luglio 2023. Dopo la morte di Gregorio VII le lotte continuarono, l’antipapa Clemente III era praticamente il padrone di Roma e l’elezione del legittimo successore di Pietro andò per le lunghe, anche perché non era facile trovare un candidato disposto a buttarsi nell’agone politico.

La scelta cadde su Desiderio di Montecassino al secolo Dauferio Epifani Del Zotto, che fu eletto a Roma il 24 maggio 1086, approfittando della temporanea assenza dell’antipapa e dell’appoggio armato dei Normanni. Accettò l’elezione dopo molte titubanze, prese il nome di Vittore III ed esercitò prudentemente il suo alto ufficio quasi sempre a Montecassino. Tentò di smorzare gli animi confermando i provvedimenti del suo predecessore, ma con cautela.

Durante il suo breve pontificato Vittore III nominò Bruno Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, incarico al quale competeva il rango cardinalizio che secondo alcuni (Catholic Hierarchy) fu riconosciuto a Bruno nell’unico concistoro convocato dal papa nel 1086, con un solo cardinale creato. Questo ruolo corrispondeva a quello odierno di Cancelliere, con l’onere di ufficializzare gli atti della Santa Sede. Bruno compare sempre comunque come vescovo di Segni anche su documenti successivi al suo mandato di bibliotecario, formalmente dismesso, ma in realtà mantenuto insieme ai nuovi e più importanti compiti di rappresentanza, prima con Urbano II e poi con Pasquale II.

Alla morte di Vittore III nel 1087 la situazione restava complicata e finalmente, dopo sei mesi circa, nove cardinali-vescovi fedeli al papa fra i quali Bruno vescovo di Segni, si riunirono nella cattedrale di Terracina sotto la protezione dei Normanni ed elessero papa Eudes de Lagery, vescovo di Ostia e già priore di Cluny, che prese il nome di Urbano II. All’evento, oltre a numerosi vescovi e abati, era presente anche Matilde di Canossa che patrocinò l’iniziativa in aperta sfida con Enrico IV, incoronato imperatore da Clemente III.

Gian Piero Pagano

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