Per capire insieme la Liturgia
Nel Direttorio su pietà popolare e liturgia della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti, leggiamo che «Il giovedì che segue la solennità della Santissima Trinità la Chiesa celebra la solennità del sacratissimo Corpo e Sangue del Signore (per noi, dal 1977, si sposta alla domenica successiva).
La festa, estesa nel 1264 da papa Urbano IV a tutta la Chiesa latina, fu una risposta di fede a dottrine contrarie al mistero della presenza reale di Cristo nell’Eucarestia, oltre che il compimento di un movimento di devozione verso il santissimo Sacramento dell’altare. Per secoli, la celebrazione del Corpus Domini è stata il principale punto di convergenza della pietà popolare verso l’Eucarestia. Nei secoli XVI-XVII, la fede, ravvivata dal bisogno di reagire alle indicazioni del movimento protestante, e la cultura – arte, letteratura, folklore – hanno concorso a rendere vive significative molte espressioni della pietà popolare verso il mistero dell’Eucaristia.
La devozione eucaristica, così radicata nel popolo cristiano, deve tuttavia portare a cogliere due realtà di fondo: – che supremo punto di riferimento della pietà eucaristica è la Pasqua del Signore; la Pasqua infatti, è la festa dell’Eucaristia, come, d’altra parte, l’Eucaristia è anzitutto celebrazione della Pasqua, ossia della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù; – che ogni forma di devozione eucaristica ha un intrinseco riferimento al Sacrificio eucaristico o perché dispone alla sua celebrazione o perché prolunga gli orientamenti per la vita e la preghiera che essa suscita.
Perciò il Rituale Romano ammonisce: «I fedeli, quando venerano Cristo presente nel Sacramento, ricordino che questa presenza deriva dal Sacrificio e tende alla comunione, sacramentale e spirituale». La processione nella solennità del Corpo e Sangue di Cristo prolunga poi la celebrazione dell’Eucaristia: subito dopo la Messa, l’Ostia, che in essa è stata consacrata, viene portata fuori dalla chiesa perché il popolo cristiano «renda pubblica testimonianza di fede e di venerazione verso il Santissimo Sacramento».
I fedeli comprendono e amano i valori insiti nella processione del Corpus Domini: essi si sentono «popolo di Dio» che cammina con il suo Signore proclamando la fede in lui, divenuto veramente il «Dio-con-noi»; non quindi un corteo trionfale, ma una espressione simbolica del nostro pellegrinaggio attraverso il deserto di questa vita, nel quale il Signore stesso ci accompagna indicandoci la strada e proteggendoci, e ci coinvolge nell’impegno del suo ardente amore.
don Gian Paolo Orsini
Servizio per la Liturgia
della Diocesi di Alessandria