Care lettrici, cari lettrici, questo è l’ultimo numero di Voce per il 2023. Ci ritroverete giovedì 11 gennaio, in edicola o in abbonamento. A proposito di abbonamento: nel numero scorso (e su questo) abbiamo allegato il bollettino per il rinnovo. Come ogni anno, vi chiediamo di compiere questo gesto che ci sostiene e ci consente di guardare agli impegni futuri con maggior ottimismo. Per noi è come superare ogni volta una specie di esame di maturità: la vostra risposta, cioè il vostro abbonamento, è il voto che ci date. Sono state tante le situazioni, della Chiesa e del mondo, che in questo 2023 abbiamo sottoposto alla vostra attenzione (e alla vostra intelligenza): non ci siamo mai risparmiati, ce l’abbiamo messa tutta per raccontarvi la fede là dove l’abbiamo intravista.
Perché, care lettrici e cari lettori, al netto dei nostri limiti, a noi di Voce interessa solo questo: scorgere la fede dove accade, e raccontarvela. Il resto, dal pettegolezzo all’intrigo di potere (schifezze presenti, purtroppo, anche nella nostra Diocesi), non ci interessa. È tempo perso, farina del diavolo (che solitamente va in crusca). Ci interessa invece poter vivere pienamente la nostra esistenza: nel lavoro, nella vita familiare, negli affetti.
Per questo noi di Voce oggi vogliamo augurarvi un Natale vero: non “sereno” (che significa?) o “felice” (di quale felicità si sta parlando?) ma vero, cioè pieno della compagnia di Colui che dà senso a tutto, in qualunque situazione. Come ci ha detto il Vescovo nella intervista qui a fianco: «Dio è venuto a incontrare qualunque circostanza. Anche la più faticosa». Leggete allora l’articolo a pagina 9: ci può aiutare a vivere il Natale meno distrattamente del solito. È commovente, perché spiega il paradosso cristiano: si può vivere (misteriosamente) il dolore più atroce con fede e speranza. Buon Natale a ognuno di voi. E grazie per la vostra amicizia.
Andrea Antonuccio