«Non è in gioco la dottrina sul matrimonio cristiano o la valutazione morale dell’omosessualità. Qui si tratta di avvicinarsi alle persone, come faceva Gesù»
La Dichiarazione “Fiducia supplicans” sul senso pastorale delle benedizioni, pubblicata il 18 dicembre 2023 dal Dicastero per la Dottrina della fede (presieduto dal cardinal Víctor Manuel Fernández, nel tondo), ha sollevato all’interno della Chiesa cattolica diversi dubbi, anche tra i Pastori. Abbiamo chiesto al nostro Vescovo, monsignor Guido Gallese, di aiutarci a capire che cosa sta succedendo.
Eccellenza, la “Fiducia supplicans” sta facendo discutere.
«Sì, sono state espresse perplessità da diversi vescovi ed episcopati. Dovremo prenderci il tempo che serve per comprenderla e metterla in pratica».
Nel documento si parla della “possibilità di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso, senza convalidare ufficialmente il loro status o modificare in alcun modo l’insegnamento perenne della Chiesa sul matrimonio”. Che ne pensa?
«Il principio di “benedire tutti” è pacifico, soprattutto quando la benedizione ti viene chiesta. Ma ora la “Fiducia supplicans” dirime un punto che prima ci metteva in difficoltà: il permesso, cioè, di benedire le coppie omosessuali, non solo le singole persone».
Che cosa è cambiato?
«Con papa Francesco abbiamo fatto un percorso di avvicinamento alla persona nella condizione in cui realmente si trova. La “Fiducia supplicans”, in modo inequivocabile, afferma che non è in gioco la dottrina sul matrimonio cristiano o la valutazione morale dell’omosessualità. Qui si tratta di avvicinarsi alla gente. Mi sembra l’atteggiamento di Gesù, che incontrava pubblicani, lebbrosi e prostitute: una “marmaglia” da cui, ai suoi tempi, bisognava mantenere le distanze».
Si potrebbe rispondere che Gesù queste persone non le benediceva, ma le invitava a convertirsi…
«Gesù non ha mai detto “ti benedico” a qualcuno, se è per questo. A parte con i bambini e quando è asceso al Cielo. Quindi l’osservazione non è fondata, dal punto di vista del Vangelo».
Ha mai impartito una benedizione “irregolare”?
«Ai singoli sì, in molte occasioni. Se poi contiamo quelli di cui non avevo consapevolezza, chissà quante volte!».
E alle coppie?
«In passato ho benedetto anche coppie irregolari, ma al termine di lunghi incontri di approfondimento dai quali emergeva, senza alcun dubbio, che la benedizione non era un consenso alla loro unione: era invece un aiuto spirituale
per trovare la forza di vivere secondo Dio, in vista della conversione».
Lei dunque non ha alcun problema con la “Fiducia supplicans”?
«No, teologicamente non ho alcun problema. Pastoralmente, ho fatto un po’ fatica ad accogliere questo percorso perché ho ricevuto una formazione diversa. Che non ho rinnegato, ma ho arricchito».
Perché ha accettato questa fatica?
«Perché capisco che cos’ha nel cuore il Papa, ed è estremamente evangelico: la dottrina è per l’uomo, non l’uomo per la dottrina. Mentre noi abbiamo la tentazione di fermarci a una osservanza esteriore che tranquillizza la nostra coscienza e ci esonera dal passo faticoso della conversione. Come i farisei ai tempi di Gesù».
Sembra quasi che papa Francesco stia ribaltando le categorie della fede sulle quali ci siamo “accomodati” da decenni.
«Papa Francesco non sta ribaltando le categorie della fede, ma quelle della pastorale. Il Papa non dice che non è più necessario custodire il deposito della fede, ma sta evidenziando che non basta. Preoccupati soltanto di difendere il tesoro della Dottrina, oggi abbiamo delle comunità che non hanno presente che cosa sia lo Spirito Santo, che invece agli inizi del cristianesimo era l’evidenza della presenza di Dio in mezzo agli uomini. Perdere lo Spirito Santo significa perdere Cristo. E una Chiesa che ha perso Cristo, pur rimanendo nell’ortodossia, è una Chiesa che ha perso».
C’è il pericolo di uno scisma?
«C’è sempre. “Gesù è venuto qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione, perché siano svelati i segreti di molti cuori”. Ecco, molti cuori hanno questa intenzione, ma non è tacendo i motivi di divisione che si fa un servizio alla Chiesa. Perché questo, nel tempo, diventa un problema immenso».
Vuol dire qualcosa ai fedeli?
«Abbiate fiducia, non temete! Lasciatevi condurre dal Papa, è per il bene. Non si tratta di perdere la dottrina, ma di riguadagnarla».
Andrea Antonuccio