Care lettrici,
cari lettori,
apriamo questo numero con l’intervista al Vescovo sulla recente Dichiarazione “Fiducia supplicans” promulgata dal Dicastero per la Dottrina della fede. Ci è sembrato che l’unica persona nella nostra Chiesa locale in grado di indicarci una strada chiara su questo tema fosse proprio il Pastore. Il quale non si è sottratto alle domande che gli abbiamo sottoposto, ben consapevole che combattere con argomentazioni ragionevoli il pregiudizio di chi non ama (e dunque non segue) papa Francesco è quasi impossibile. Il pregiudizio è irragionevole, e per questo è così difficile da rimuovere. Ma chi ha una domanda sincera su ciò che sta accadendo nella Chiesa potrà trovare nell’intervista diversi spunti di riflessione. Perché, come ha detto il Santo Padre domenica scorsa a Fabio Fazio, «delle volte le decisioni non sono accettate, ma la maggior parte delle volte, quando non si accettano le decisioni, è perché non si conosce. Io dico, quando a te non piace una decisione, vai a parlare e di’ i tuoi dubbi e porta avanti una discussione fraterna. Il pericolo è che una cosa non mi piace e me lo metto nel cuore e così divengo una resistenza e faccio delle conclusioni brutte. Questo è successo con queste ultime decisioni sulla benedizione a tutti». Certo, questo Pontefice non ci lascia mai tranquilli… e quindi, quando crediamo di aver capito “come funziona”, lui sposta il traguardo un po’ più in là. Si fa fatica ad andargli dietro: ma è molto più conveniente impegnarsi in una fatica del genere che vivere di quelle quattro idee stantie che, non prendendo mai aria, marciscono inesorabilmente. Il Papa ci invita ad aprire le finestre della mente e del cuore. E ci ricorda che se Gesù Cristo fosse moralista come noi, nessuno si salverebbe. Nemmeno i “perfetti” che si ergono a difensori dell’ortodossia (la loro).
Nascosti dietro le mura di una “perfetta” ipocrisia.