«Ricordo Marco Bologna e Fernando Charrier, il “vescovo con gli stivali”»
Martedì 26 novembre il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha effettuato una storica visita ad Alessandria, in occasione del trentennale dell’alluvione che devastò la città nel 1994. La giornata è iniziata con un commovente omaggio alle vittime dell’alluvione, inaugurando un nuovo monumento vicino al ponte Meier, alla presenza del creatore Danilo Trogu e del progettista, l’architetto Alfonso Femia. Di seguito, il Presidente si è poi spostato al Parco Carrà per la deposizione di una corona al monumento alle vittime. Infine, tappa al Teatro Alessandrino per l’incontro con i sindaci dei Comuni piemontesi alluvionati. Ad attendere il Capo dello Stato diversi bambini delle scuole alessandrine e i musicisti del Vivaldi Flute Consort, ensemble del Conservatorio Vivaldi diretto dal maestro Stefano Parrino. Prima del discorso di Mattarella, hanno preso parola il sindaco di Alessandria, Giorgio Abonante, e il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
«Egregio Presidente, le sono molto grato per aver dimostrato vicinanza e amicizia alla cittadinanza alessandrina e a tutte le città e le province piemontesi. La Sua figura così stimata e rispettata ci sprona a impegnarci con ancora più determinazione nella cura, nella difesa e nella tutela dei nostri territori e degli interessi della nostra comunità; nella consapevolezza di agire quotidianamente per la cura, la difesa e la tutela dei nostri territori e di chi li abita» le parole di Abonante.
Subito dopo è intervenuto Cirio: «Signor presidente, oggi noi ricordiamo una ferita, ricordiamo un momento doloroso della nostra storia, ma la sua presenza ci è di grande conforto. Ci è di conforto perché sono gli eventi che scandiscono la storia delle comunità. Possono essere gli eventi buoni, come quelli della sua presenza a Torino la scorsa settimana, quando abbiamo ricordato i 200 anni dell’Egizio, quando abbiamo celebrato i sindaci che hanno scelto Torino per riunirsi nella loro assemblea annuale, ma sono anche i momenti dolorosi. E questo è un momento doloroso, è un momento che abbiamo tutti ben scolpito nella nostra memoria, nei nostri ricordi».
Qualche minuto più tardi, sul palco dell’Alessandrino, è salito il Presidente Mattarella: «Siamo qui, oggi, a ricordare l’alluvione che, trent’anni or sono, inferse una ferita al Piemonte. Settanta morti, cinquecento feriti, migliaia di sfollati, decine e decine di migliaia di posti di lavoro compromessi. La piena del Tànaro, del Bormida, del Belbo, sino al Po, colpì Ceva, Alba, Asti, Alessandria, con quattordici vittime, Canelli, Garessio, Acqui, Casale Monferrato, Santena, Crescentino, Trino, Bra. Quasi trecento i Comuni colpiti, allagati». Il Capo dello Stato ha poi aggiunto che «i due momenti dedicati in questa città di Alessandria, con il monumento alle vittime e quello al volontariato, esprimono con efficacia il senso di quel che siamo chiamati a evocare e a fare. Un evento, quello del 1994, che si è rivelato determinante per la storia della città e dell’intero Paese. Con alcuni protagonisti. Ricordo Marco Bologna, pioniere della Protezione civile, il Vescovo dell’epoca, Fernando Charrier, il “vescovo con gli stivali”, che non fece mancare sostegno e stimolo».Infine, conclude Mattarella: «Oggi, qui ad Alessandria, alla presenza degli amministratori di altre zone colpite, delle istituzioni, del volontariato, tra la Repubblica, le sue istituzioni, e una terra e un popolo meritevoli, capaci di affrontare le avversità, di rialzarsi, richiamiamo e ribadiamo il Patto di assumere l’onere di non farsi fuorviare nel loro cammino di progresso, nell’affermazione dei valori di solidarietà e di coesione propri alla nostra comunità. Quelli che, nelle calamità, l’Italia dimostra di possedere. Grazie a tutti voi, presenti in questo momento. Momento di memoria e, insieme, di impegno. Viva il Piemonte, viva la Repubblica».