Care lettrici,
cari lettori,
apriamo questo numero con la bella intervista di Alessandro Venticinque ad Andrea Serra, presidente dell’Oftal alessandrino, subito dopo il pellegrinaggio diocesano a Lourdes. Vi consiglio di leggerla bene: Andrea, come sempre, coglie il punto delle questioni senza risparmiarsi e, soprattutto, senza troppi giri di parole. Apro una parentesi: quanto è meschino il “dire e non dire” di molti (anche tra noi) che non parlano di Cristo e lo riducono a cose da fare o a pensieri “ispirati” (chissà da chi), a cui gli altri dovrebbero adeguarsi. In fondo, è la versione moderna della menzogna, e il padre della medesima è sempre in agguato… Serra, al contrario, è molto deciso nelle sue ragioni.
E, pur andando a Lourdes da oltre 45 anni, mantiene una freschezza che gli invidio: «Cominciare alle 5 del mattino di lunedì e finire alle 7 del sabato significa aver vissuto questi cinque giorni sempre insieme. Convivendo tutto, gioia, pianto, preghiera: mi sembra sia questa la vera differenza. E poi si ritrovano degli amici, che magari conosci da anni o che conosci per la prima volta. Tutto ciò ti dà la carica e la forza di continuare». Non solo. Nell’intervista emerge una coscienza molto netta del perché si va a Lourdes: «Portiamo persone che non sanno neanche a cosa vanno incontro, ma vivono tranquillamente, si fidano, e passano quei giorni in maniera bellissima. Come sempre, loro danno di più rispetto a ciò che diamo noi. Come sempre».
E infine: «Quando vedi loro (i malati, ndr), dovresti vedere il volto di Nostro Signore. E questo è il massimo che si può desiderare». Ripetiamolo: vedere il volto di Nostro Signore è il massimo che si può desiderare. Ed esiste almeno un luogo in cui è possibile, ci dice Serra.
Non è l’unico, ce ne sono molti altri e noi di Voce cerchiamo di scovarli per raccontarveli. In fondo, che altro scopo dovrebbe avere il nostro comunicare se non indicare e far emergere il volto di Cristo, là dove lo vediamo e lo incontriamo? Questo è, oggi, il compito che sentiamo di più e che ci muove a fare il nostro lavoro in un certo modo: non da giornalisti perfetti e “pettinati”, ma da persone bisognose di Qualcuno che le salvi.
Se avessimo anche un milione di abbonati ma non ci sentissimo mendicanti di Cristo, gireremmo a vuoto come i criceti sulla loro ruota. A noi interessa il massimo che si può desiderare, carissime e carissimi. E a voi?
Andrea Antonuccio – direttore@lavocealessandrina.it