Ma quanto è bella la Coppa Italia: sì, bella perché intanto ha pieno valore federale e, in quanto tale, rappresenta il trofeo più importante che una società di terza serie del calcio professionistico italiano possa conquistare dopo la vittoria del campionato. Ma non è tutto: la Coppa Italia che l’Alessandria ha mirabilmente conquistato lo scorso 25 Aprile tra il tripudio di uno Stadio colmo, un sole splendente ed un Marconi portato in trionfo come fosse Giulio Cesare grazie alla sua splendida tripletta, ha un sapore veramente speciale. Sì, intanto perché colloca i Grigi nell’albo d’oro assoluto di questa competizione insieme al Foggia ed allo Spezia, dietro al solo Monza (detentore assoluto con quattro Trofei), e questo è già un segnale importante (tra poco diremo perché) ma soprattutto perché, in occasione del primo titolo, nel 1973, l’Orso Grigio non poté festeggiare come meritava. Andiamo per ordine: essere una delle tre squadre d’Italia ad aver vinto due volte la Coppa di Serie C ha un valore molto particolare per una società del blasone dell’Alessandria Calcio che, da quasi quarantacinque anni a questa parte non ha però più visto la Serie B. Poter annoverare due coppe di Serie C in bacheca è un po’ come un riconoscimento ad una società che tanto ha ricevuto, ma ancora di più ha dato alla terza Serie del calcio professionistico italiano, con lustri di impegno, abnegazione e giocatori di qualità. Allora, perché quando nel 1973 i Grigi vinsero il loro primo Trofeo in quel dello Stadio «Flaminio» di Roma, la poco pacifica invasione di campo dei supporters dell’Avellino sconfitto impedì ai nostri di alzare la Coppa su quel terreno e così la festa in diretta non vi fu: ecco, in quella magnifica miriade di coriandoli che hanno corredato l’innalzamento del trofeo dinanzi al proprio pubblico, è un po’ come se si fossero levate al cielo due Coppe in una, quella dell’oramai lontano 1973 e quella di quest’anno. E allora, viva la Coppa Italia di Serie C!
Silvio Bolloli