Sarà importante la condizione mentale
Devis Zamburlin, osteopata, lo scorso aprile ha fatto da “cavia” mettendosi in cammino da Venezia ad Alessandria. «Sono stato reclutato da Carlotta Testa, e parlando anche con il vescovo ho aiutato alla realizzazione del tracciato. Così mi sono messo in cammino per testare i percorsi logistico svolgendo il cammino nel senso inverso».
Devis, che cos’è per te il cammino?
«Il cammino è una rappresentazione della vita: si parte in un modo e si torna differenti, arricchiti nello spirito e nell’animo. Una delle cose che ritengo importante è cercare di riportare nella vita di tutti i giorni gli insegnamenti del cammino, la sua lentezza, la sua capacità di ascoltare gli altri senza giudicare, la possibilità di darsi occasioni di crescita con fiducia nel prossimo e accogliere tutti nel nostro cuore».
Perché ti sei messo in cammino?
«Quest’anno, prima di Pasqua, sono andato in avanscoperta del tracciato, delle tappe e dei luoghi in cui i pellegrini sosteranno. La mia esperienza per i cammini mi ha permesso di capire quali zone sono le più pericolose o da evitare».
Chi ti ha accolto lungo il cammino?
«Le accoglienze sono state gestite dalla diocesi di Alessandria, ricercando parrocchie e oratori. In ogni mia tappa sono stato accolto da preti che mi hanno dato un posto dove dormire e da mangiare. Ma con loro mi sono anche confrontato sul tracciato e mi hanno proposto, conoscendo la zona, strade nuove».
Quale posto ti ha colpito di più?
«Sono tutti tratti a loro modo particolari. Se devo considerare il più suggestivo direi la Laguna di Venezia, quindi la parte a piedi che da San Marco percorre le due isole che portano a Chioggia. Un paesaggio nelle terre emerse davvero suggestivo perché ci sono lunghi tratti lungo la Laguna con alberi marittimi e particolari paesaggi naturali. Lungo il cammino poi troviamo soprattutto argini, proprio per la vicinanza con il Po, come il vescovo aveva pensato. Ma sicuramente un altro tratto che mi ha stupito è quello delle nostre colline».
Bisogna prepararsi fisicamente prima di un pellegrinaggio di questo tipo?
«Tutti possono percorrere il cammino. È importante la condizione mentale, perché condiziona tantissimo. In questo cammino ci vorrà una buona resistenza allo sforzo, il caldo la farà da padrone. Ma lo spirito del gruppo aiuterà i ragazzi ad arrivare alla meta, perché in gruppo si superano meglio le difficoltà».
Che consigli dai a chi vuole partire?
«Principalmente tre consigli: essere preparati fisicamente per evitare problemi, avere delle buone calzature e armarsi di buono spirito».
Tu parteciperai al cammino?
«Purtroppo non parteciperò, perché sto preparando un cammino che parte da Canterbury a Saint Michael’s Mount, in Cornovaglia, che fa parte della “Linea Sacra” di San Michele: un pellegrinaggio che parte dall’Irlanda fino ad arrivare al Monastero del Monte Carmelo ad Haifa, passando per i sette monasteri dedicati all’Arcangelo Michele».
Alessandro Venticinque