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Torniamo a Messa in modo “diverso”

Intervista al nostro vescovo monsignor Guido Gallese

Eccellenza, da lunedì 18 maggio si ritornerà a celebrare le Messe con il popolo. Le norme a cui ci si dovrà attenere sono alla portata di tutti?
«Sì, secondo me sono alla portata di tutti. Alla fine si tratta di norme di distanziamento sociale, per prevenire la diffusione del virus. Sono regole che rispettiamo anche durante la nostra vita quotidiana: a lavoro, al supermercato, in farmacia… Nella nostra diocesi penso non ci saranno grandi difficoltà nel rispettare queste normative. Solitamente abbiamo una frequentazione compatibile con questo distanziamento sociale, e abbiamo anche delle chiese abbastanza capienti. Molto dipende dal senso di responsabilità di ognuno. Bisognerà evitare di prendere parte alle celebrazioni se si ha più di 37.5° di febbre o sintomi compatibili con il Covid-19. Bisognerà disporsi a un metro di distanza gli uni dagli altri, la Comunione verrà data in mano, non sarà possibile scambiarsi il segno di pace e occorrerà igienizzarsi le mani con il gel messo a disposizione all’ingresso della chiesa. Queste sono alcune delle norme principali».

Tornando fisicamente a Messa cambierà il nostro modo di viverla?
«Credo proprio di sì. Le celebrazioni sono mancate molto ai fedeli e i fedeli sono mancati a noi. Spero che questo periodo di astensione ci sia stato di insegnamento e ci permetta di riscoprire, guardando con occhi nuovi, la Celebrazione Eucaristica, nella sua profondità. Ritengo che abbiamo sempre delegato troppo al sacerdote il compito della celebrazione; così quando il Concilio Vaticano II ha richiesto la partecipazione di tutti, siamo rimasti spiazzati. Abbiamo pensato che significasse fare qualcosa di materiale: “Io porto il pane”, “tu porti il vino”, “io leggo”. No, in realtà si intendeva un altro tipo di partecipazione».

Ovvero?
«Con la partecipazione viene inteso l’esercizio del sacerdozio battesimale. Anche se sei fermo al tuo posto, la tua partecipazione non consiste soltanto nel dire “Amen” o ” E con il tuo Spirito”. Eserciti concretamente il tuo sacerdozio battesimale offrendo la tua vita, e la capacità di affrontarla con amore per come ti si presenta, attraverso le mani del sacerdote ministeriale. Questo è celebrare l’Eucarestia. Se non fai questo, la Celebrazione presenta un vuoto abissale: da una parte c’è Cristo che offre tutto, dall’altra ci sei tu, spettatore di fronte a un abisso. E questo abisso rappresenta la distanza tra noi e Cristo. Egli, Sommo Pontefice (costruttore di ponti), colma questo divario; ma richiede da parte nostra una partecipazione libera ed insostituibile: far sì che, attraverso il nostro sacerdozio battesimale, rendiamo operativa nella nostra vita la redenzione (la liberazione dal male) ottenuta da Cristo. Questo è un atto profondamente spirituale: il sacrificio gradito a Dio».

Don Andrea Conocchia, parroco di Torvaianica, nell’intervista a pagina 10 ci dice: «Ma perché quando do la pasta a un povero, non è come dire: “Prendetene e mangiatene tutti”?». Si tratta di un altro tipo di Eucarestia?
«Dare il cibo alla gente non è un altro tipo di Eucaristia, ma un’azione che deriva dal mio gesto eucaristico. Quel “prendete e mangiatene tutti” che pronunciamo, in persona Christi, all’altare durante la Liturgia, poi si realizza nella nostra quotidianità, che possiamo vivere con amore, grazie alla forza dell’Eucarestia».

Dal 24 maggio, per otto domeniche di fila, celebrerà la Messa in streaming in diretta da una parrocchia diversa. C’è un motivo particolare?
«In questo momento di difficoltà, alcuni, e penso in particolare alle persone anziane, eviteranno di uscire; quindi vogliamo continuare a offrire loro le Messe in streaming. E poi desidero creare una continuità nell’esercizio del sacerdozio battesimale tra le celebrazioni che i fedeli hanno vissuto a casa e quelle che vivranno in chiesa».

Un invito a fedeli e sacerdoti.
«Dobbiamo ricordarci che siamo ancora nella fase del distanziamento sociale: il virus c’è, è aggressivo e colpisce ancora. Chiedo a tutti, sacerdoti e fedeli, una grande attenzione nel rispetto delle norme, per evitare il prolungarsi della pandemia».

Alessandro Venticinque

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