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Da sinistra, don Mario e don Agostino in pellegrinaggio a Oropa negli anni del Seminario

«Don Agostino era un ottimo fratello. Oggi manca a tutti»

Parla don Mario Cesario

Il 4 ottobre 2019, all’età di 85 anni tornava alla Casa del Padre don Agostino Cesario (nella foto qui sotto), priore della parrocchia della Madonna del Carmine. Sabato prossimo, 3 ottobre, proprio al Carmine (in via dei Guasco 11, ad Alessandria), al termine della Messa delle 18 verrà scoperta una targa in sua memoria, posizionata alla destra dell’immagine di Gesù Misericordioso, a cui don Agostino era molto devoto. Domenica, invece, la Messa in suffragio, alle ore 11, sempre al Carmine. A un anno dalla scomparsa abbiamo chiesto al fratello, don Mario Cesario, di aiutarci a ricordarlo.

Don Mario, quanto ti manca tuo fratello?
«Quando è morto mi sono sentito disorientato, e solo. Sai, abbiamo vissuto insieme per tutta la vita. Ma poi è arrivata una forza dentro, che mi sta aiutando a continuare quanto don Agostino aveva fatto per la sua comunità. Credo che lui, dall’alto, e il Signore mi abbiano preso per mano e mi stiano facendo camminare».

Ti aspettavi questa forza?
«Non ci ho mai pensato, se devo essere sincero. Poi una delle tante risposte è arrivata anche dalla mia esperienza all’Hospice “Il Gelso” qui ad Alessandria: vedo delle situazioni tremende, e mi rendo conto che non posso piangermi addosso. Io non mi devo fermare, e continuerò finché il Signore lo vorrà. Finché non mi cade la famosa tegola in testa, come dico sempre (sorride)… Ecco, tutto questo mi ha fatto superare l’assenza di mio fratello, che è morto proprio all’Hospice. All’inizio, lo ammetto, entrare nella sua stanza mi creava un senso di angoscia. Poi ho capito che dovevo reagire».

Foto di Eugenio Licata

Hai paura della morte?
«No, oggi no».

Ma hai avuto paura della morte, in passato?
«Paura no. Oggi meno che mai. Capita che in qualche momento di disorientamento io dica: “Speriamo che arrivi presto…”. Succedeva soprattutto quando mi sentivo solo. Poi ho ripreso a camminare!».

Manca a tanti parrocchiani, don Agostino?
«Tantissimo, è una cosa incredibile. Proprio qualche mattina fa sul confessionale ho trovato una foto di mio fratello in un quadretto con un ricordo. Dove lui ha operato, tutti lo ricordano con grande affetto. In particolare qui al Carmine è stato per 28 anni, ma anche agli Orti. Io ero la sua “spalla”, il suo braccio destro. L’ho fatto volentieri, e lo farei ancora».

In quest’ultimo anno, segnato dalla sua scomparsa, hai scoperto un pregio di tuo fratello di cui non ti eri accorto quando era in vita?
«La sua spiritualità. Lo sapevo già da prima, però adesso è emersa ancora di più. Me ne sono accorto perché le persone che vengono a ricevere il sacramento della confessione mi dicono: “Suo fratello era una persona splendida, dava dei consigli eccezionali”. Ne ero consapevole, ma sentirselo dire è un’altra cosa. Molti potranno dire: “Parli così perché era tuo fratello”. D’accordo, era mio fratello, gli volevo bene, ma lo dico perché era veramente così. Era un brav’uomo. Un ottimo fratello».

Leggi anche l’intervista a don Mario di un anno fa:

Leggi anche l’omelia del vescovo ai funerali di don Agostino:

 

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