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A Messa, tra foglietti dei canti e muri “parlanti”

Risonanze

La “risonanza” di questo numero ha a che fare molto direttamente con la dimensione del suono, della musica e, nello specifico, dell’esperienza del canto liturgico nelle nostre parrocchie. Lo spunto è duplice. Per un verso il fatto che, per la “gestione” di questa materia da parte dei gruppi (corali) parrocchiali, rimane valido quanto indicato dal Protocollo firmato dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana e dal Governo Italiano lo scorso 7 maggio con le integrazioni successive del Ministero dell’Interno e della segreteria generale della Cei, così come stabilito dal Dpcm 14 gennaio 2021 (art. 1, comma 10, lettera q): si tratta di prescrizioni che vietano l’uso dei libretti dei canti a cui tanti di noi erano “affezionati” prima che esplodesse la pandemia da Covid.

Il che significa che possono sì essere distribuiti i “foglietti” per la Messa (chiedendo ai fedeli, se desiderano, di portare a casa il proprio) ma i foglietti eventualmente lasciati sulle panche andranno eliminati, evitando così di utilizzarli nuovamente. Tuttavia, non è assolutamente ancora ammesso fornire alcun altro sussidio cartaceo per la liturgia o il canto. Da qui il secondo spunto, o meglio un’osservazione fatta recentemente mentre partecipavo ad una celebrazione eucaristica domenicale in una importante Parrocchia di Alessandria. Di che si tratta? Di un “muro parlante”… un muro che, da semplice elemento strutturale dell’architettura di un interno di chiesa, è diventato uno strumento validissimo per facilitare la partecipazione “fattiva” dell’assemblea parrocchiale ai canti proposti.

Detta così, la notizia forse non parrebbe straordinaria, ma ritengo che sia proprio vero l’opposto. Attorno (non solo “di fronte”) a quel muro bianco ho visto la creatività e il protagonismo di tante persone prendere forma e “dare forma e senso” al proprio esserci, insieme al celebrante e vicino a Gesù sull’altare. Un muro su cui un video-proiettore (con testi dei canti appositamente e preliminarmente preparati) faceva scorrere nei momenti opportuni le parole, scritte senza tanti orpelli, ma con caratteri efficaci e a portata di occhi anche di chi era seduto più in fondo alla chiesa…. E ancora, un “muro parlante” grazie al quale fare aggregare settimanalmente tanti giovani per presidiare in prima persona le linee melodiche (e, all’occorrenza, le polifonie) dei canti scelti (oltre al funzione del portatile abbinato al video-proiettore). Un muro grazie al quale, insieme ai canti, si riverberavano gli eccellenti accompagnamenti musicali (con anche un violoncello solista di grande intensità interpretativa…) per realizzare, insieme a tutto ciò, quel grande miracolo partecipativo in cui tante persone (in aggiunta al coro-guida) si sentono invogliate a cimentarsi – pur senza i libretti o i foglietti dei canti – nel dare lode al Signore con la propria voce, intonata o meno intonata, di adulto, di anziano di bambino…

Effetti positivi del Covid? Forse questo è troppo scriverlo. Ma che questa pandemia abbia offerto anche alle Comunità parrocchiali la possibilità di cimentarsi per trasformare problemi in opportunità, questo sì che è successo e sta succedendo, pure nella Diocesi di Alessandria. In fondo, basta un muro bianco e un po’ di buona volontà creatività… in attesa dell’uscita, per tutti, dall’emergenza pandemica!

Guido Astori

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