Vita della Diocesi
Nel 2019 con la Lettera apostolica (in forma di Motu Proprio) “Vos estis lux mundi”, papa Francesco ha stabilito nuove procedure per segnalare molestie e violenze, e assicurare che vescovi e superiori religiosi rendano conto del loro operato. Questo è uno dei frutti nati dal summit vaticano del febbraio 2019 su “La protezione dei minori nella Chiesa”. Dopo le prime indicazioni, anche la Diocesi di Alessandria è partita, istituendo il Servizio per la tutela dei minori e incaricando come referente diocesano la professoressa Mariangela Mazza (in foto qui sotto).
Dopo un anno di “collaudo”, il primo passo ufficiale è stato l’incontro online di mercoledì 24 marzo, dal titolo “La violenza sui minori. La realtà del fenomeno, aspetti educativi di prevenzione e intervento”. Relatore dell’evento don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione Meter, che dal 1989 combatte contro la pedofilia e pedopornografia online. Abbiamo colto l’occasione per fare il punto con la professoressa Mazza, che è anche insegnante di religione al Liceo Scientifico di Alessandria.
Professoressa, da dove parte l’idea di questo Servizio?
«Dal momento in cui il Papa ha pubblicato la Lettera apostolica, la Cei ha istituito un Servizio nazionale per la tutela dei minori e persone vulnerabili. A questo si è poi aggiunto un Servizio regionale e, collegato a esso, un Servizio diocesano, che prevede un referente. I vescovi italiani hanno poi pubblicato delle linee guida. Il Servizio diocesano è chiamato a offrire un supporto alla Chiesa locale per salvaguardare le persone più fragili. Nel sito web della Diocesi c’è una pagina dedicata, con tutte le informazioni e i miei recapiti. Sempre in quella pagina, è possibile trovare le indicazioni del Servizio regionale e del Centro di ascolto, con riferimenti e testi della Cei».
Si avverte questa esigenza nella nostra Diocesi?
«Sicuramente il Papa ha ritenuto che questo possa essere un modo per intervenire sulle problematiche legate agli abusi nel mondo della Chiesa. Credo che, principalmente, servirà lavorare sulla prevenzione. La comunità intera dovrebbe essere sensibilizzata e farsi carico dei minori, da considerare non solo come oggetto di tutela, ma anche soggetti attivi da proteggere e accompagnare. In questo momento, ad Alessandria e nella nostra Diocesi, il Servizio ha questo compito. E poi abbiamo anche un Centro di ascolto, un riferimento per tutti coloro che hanno bisogno di sostegno e informazioni».
Tratterete solo i casi all’interno della Chiesa?
«Parliamo di abusi e persone vulnerabili all’interno della Chiesa, intendendola genericamente come comunità. Nel momento in cui arriva una segnalazione o una richiesta di aiuto ci attiviamo. Il Vescovo è il nostro referente diretto, proprio come previsto dalla Cei. I possibili casi di pedofilia implicano anche la collaborazione con le autorità civili. Per possibili indagini o condanne si dovrà passare dai due ambiti, canonico e civile, ma si procederà seguendo tutte le linee guida date dalla Cei. Anche all’interno del percorso formativo dei sacerdoti ci sarà un incontro su queste tematiche, fissato per il 13 maggio».
Da quando siete operativi?
«Siamo partiti dallo scorso anno, quando abbiamo iniziato a interagire con il Servizio regionale, attraverso un incontro mensile. Ma possiamo dire di essere partiti ufficialmente con il primo incontro formativo di mercoledì 24 marzo, rivolto agli insegnanti, ai catechisti e agli educatori. Siamo una Diocesi piccola, quindi diversi Uffici pastorali collaboreranno e interagiranno per garantire questo servizio».
Il primo passo è stato l’incontro di mercoledì?
«Sì, un primo passo ufficiale in cui sono stati coinvolti gli Uffici per la Catechesi, la Pastorale giovanile e vocazionale, la Scuola e l’Irc: un incontro per tutta la comunità, con relatore don Fortunato Di Noto, un pioniere che da oltre 30 anni si impegna per la difesa dei bambini. Essendo tutti fermi a causa del Covid, siamo riusciti a contattarlo e ad avere una sua testimonianza».
Ecco, allargando lo sguardo, l’emergenza sanitaria ha peggiorato la violenza sui minori in generale?
«Secondo Di Noto si è aggravata notevolmente. La violenza all’interno delle case si è accentuata, così come le tensioni e le difficoltà sono aumentate. Inoltre è cresciuta la pedopornografia online e il numero di bambini soggetti ad adescamento, come risulta dal Report annuale di Meter. Anche per questo è necessaria una tutela maggiore».
Un segnale forte, quello del Pontefice.
«Senza alcun dubbio un segnale forte, di attenzione e intervento. C’è la volontà di non girarsi dall’altra parte, ma di affrontare il problema. Sicuramente un gesto forte di rinnovamento. Tutto questo anche per trasmettere fiducia alle comunità, alle persone, che avvertono questo senso di cambiamento».
Alessandro Venticinque
Leggi anche:
-
Intervista esclusiva a don Fortunato Di Noto – Non siamo una multinazionale che “sforna” preti pedofili
-
Il Papa e le vittime – «Coprire corruzione e abusi all’interno della Chiesa è “cacca”»
-
Quale giustizia per le vittime degli abusi? – ;Editoriale di Andrea Antonuccio
-
Cile: due sacerdoti dimessi dallo stato clericale