La storia del giovane campione dominicano
Qui sopra c’è l’immagine di un giovane cestista che salta, con il pallone a spicchi, per schiacciare a canestro. È altissimo, 193 centimetri, con due gambe, lunghe e dinamiche, che appena si staccano dal parquet sembrano prendere il volo. Gioca bene a basket, quel ragazzo. Talmente bene che ha un sogno, come tanti americani, ovvero quello di arrivare in Nba. Schiaccia, stoppa, tira a canestro con così tanta facilità, che quasi non fa notare quel piccolo particolare che lo contraddistingue da tutti gli altri: ha solo un braccio, il destro.
Questa è la storia di Enmanuel Hansel, 17enne di origine dominicana, che, grazie a una borsa di studio, gioca nella squadra del suo liceo, la Life Christian Academy di Kissimmee, in Florida. Passione e talento ereditati dal padre, Salvador Hansel, detto il “Kikima”, che nei primi anni 2000 è stato uno dei giocatori della Repubblica Dominicana più forti della sua generazione, sfiorando anche l’approdo in Nba. Ma da piccolo, a Enmanuel, il basket non interessava per niente, preferiva il calcio. Poi arriva l’incidente, all’età di 6 anni: durante un gioco con gli amici, un muro gli crolla addosso, rimane tra le macerie per più di due ore. Quando arriva in ospedale i medici sono costretti ad amputargli il braccio sinistro.
Dopo quel duro colpo, il giovane non si arrende, e inizia ad allenarsi tra i campetti di pallacanestro. Perché anche dal fondo si può risalire, ci insegna Enmanuel, ed è convinto quando dice che «Dio esiste e mi ha dato il potere di superare le sfide che devo affrontare». Le sue giocate lasciano a bocca aperta, è vero, nel torneo liceale viaggia a una media di 25 punti e 11 rimbalzi a partita.
Ma, anche fuori dal rettangolo di gioco, le sua lezione di vita è disarmante quanto le sue giocate. «La disabilità può succedere a chiunque, bisogna guardare avanti e mai indietro» ha raccontato ai quasi 200 mila follower su Instagram. Enmanuel continua a lavorare e sognare per raggiungere le stelle del basket. Non sarà facile. Ma da adesso, e ne siamo più che sicuri, in tanti faranno il tifo per lui.
Alessandro Venticinque
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