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Ddl Zan: giustizia o ideologia?

Il paginone di Voce

Il disegno di legge Zan deve il suo nome ad Alessandro Zan, il deputato del Pd che lo ha presentato. Il ddl è stato approvato nel novembre 2021 alla Camera e alla fine di aprile 2021 è stato calendarizzato al Senato, in commissione Giustizia. Prevede aggravanti specifiche per i crimini d’odio e le discriminazioni contro omosessuali, transessuali, donne e disabili.

Ma non solo: sono diversi i punti controversi e contestati, sia a destra che a sinistra, del disegno di legge. Noi abbiamo chiesto al professor Renato Balduzzi, Ordinario di Diritto costituzionale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, di aiutarci ad “aprire” il ddl Zan, per scoprire com’è fatto e come funziona. Buona lettura!

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La posizione della Cei

«Continueremo a citare la Bibbia, nessuno ce lo può impedire»

Che cosa la preoccupa?

Bassetti: «Che nella formulazione non si sconfini in altri campi, in terreni pericolosi come la cosiddetta “identità di genere”. Una simile confusione antropologica mette in discussione la differenza uomo-donna e per noi è inaccettabile. Questo non vuol dire che non si debbano accettare o accogliere le scelte diverse, le varie situazioni esistenziali, le fragilità. Però una legge deve tutelare le garanzie e i valori fondamentali. La distinzione fra uomo e donna esiste. Per chi è credente viene da Dio, chi non crede dice invece dalla natura, ma esiste».

C’è chi teme per la libertà di espressione e sostiene che citare la Genesi potrebbe essere «passibile di denuncia», che ne dice?

B.: «Mah, non so davvero se possa essere così. Ma è chiaro che noi continueremo a citare la Bibbia, questo non ce lo può impedire nessuno. “E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò”…Questo è il progetto di Dio per l’umanità e la Chiesa cattolica insegna questa verità di fondo. Del resto la stessa distinzione si può riscontrare in tutte le civiltà nella storia… Anni fa mi premiarono con l’Etrusco d’oro” e ne sono fiero: tra gli etruschi la donna era una regina, godeva di grande autonomia e considerazione. E anche nella civiltà etrusca c’era grande chiarezza nella distinzione di genere. Non si può omologare tutto».

Ora che si può fare?

B.: «Non sta a me, come vescovo, fare le leggi. Da cittadino noto che il testo è scritto male. Secondo me la tutela da queste situazioni era già contenuta nelle leggi esistenti ma se si vuole accentuare, si accentui: nel senso della protezione, però. Con chiarezza e senza ambiguità».

Cardinale Gualtiero Bassetti, intervistato da Gian Guido Vecchi, “Corriere della Sera” del 16 maggio 2021

Il promotore del disegno di legge:

«Il gender non esiste»

Zan: «La libertà religiosa è un caposaldo. Noi estendiamo la Mancino alla omotransfobia, e ci occupiamo di prevenire e contrastare anche sul piano culturale la discriminazione e la violenza, oltre che di sostenere concretamente le vittime».

Poi c’è la scuola, la paura dell’indottrinamento.

Z.: «È una stupidaggine, a scuola dobbiamo insegnare l’inclusione».

Ma i genitori cattolici potrebbero non volere lezioni di gender ai propri figli.

Z.: «Ripeto, il gender non esiste. Non confondiamo l’educazione al rispetto con questi fantasmi. Ma poi, perché devono esserci genitori omofobi? La scuola non insegna mica l’antisemitismo […] La scuola deve insegnare il rispetto delle differenze. Nel ddl ci sono iniziative che l’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, ndr) deve fare alle scuole. Corsi di formazione per insegnanti, ad esempio, ma non solo».

Si ha comunque il diritto di ritenere che un uomo che si dichiari donna non sia una donna. E pensare che, con una simile legge, dirlo in tv sarebbe considerato istigazione all’odio.

Z.: «No, ma resta un atteggiamento di non rispetto».

E una associazione lgbt potrebbe fare causa dopo la legge Zan.

Z.: «Lo decide un giudice».

Non è poco essere portati in tribunale.

Z.: «La legge serve a instillare nelle persone un atteggiamento di prudenza. Se dici che una donna trans non è donna, è come se dicessi a una persona che non è cattolica».

Non è la stessa cosa.

Z.: «In entrambi i casi staremmo negando un aspetto importante della dignità di quella persona. In ogni caso abbiamo inserito una norma sulla libertà di espressione per tranquillizzare le obiezioni».

Insomma, il ddl Zan è il minimo sindacale.

Z.: «Esatto».

Alessandro Zan intervistato da Giulio Meotti, “Il Foglio” del 16 ottobre 2020

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