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Nuovo pastore della Chiesa metodista

Intervista a Gregorio Plescan

Nei mesi scorsi la nostra realtà alessandrina ha accolto la presenza del nuovo pastore della Chiesa metodista, dottor Gregorio Plescan (nella foto), che abbiamo voluto conoscere meglio e intervistare.

Pastore Gregorio, innanzitutto benvenuto. Si può presentare, dirci qualcosa di lei e della sua missione in vari luoghi d’Italia?

«Sono nato a Milano nel 1960 e sono stato consacrato pastore nel 1989. Prima di assumere la responsabilità della cura delle chiese di Alessandria, Bassignana e San Marzano, sono stato pastore a Prali (nel pinerolese), Ivrea, Venezia e Bobbio Pellice».

Quali sono le particolarità della vostra comunità? Qual è la presenza in Italia?

«In Italia i valdesi e i metodisti sono circa 30.000, la metà dei quali concentrati nel pinerolese. Là la presenza valdese è attestata fin dal 1200 circa. Questo ci porta indietro fino al medioevo, perché i valdesi sono i discendenti di quell’antica eresia medievale, iniziata nella città di Lione che, nonostante persecuzioni e massacri, è giunta fino a oggi. Comunità valdesi si trovano anche in Francia, in Germania e soprattutto nel Rio de la Plata, Uruguay e Argentina; anche i Fratelli Boemi della Repubblica Ceca sono “imparentati spiritualmente” con i valdesi del medioevo. Oggi in Italia i valdesi sono presenti in quasi tutte le grandi città, oltre che nel già citato pinerolese».

La comunità di Alessandria è una realtà di lunga data, che si riunisce da molto tempo. Quanti sono i suoi membri, quali appuntamenti vivete?

«Le comunità metodista di Alessandria e quella di Bassignana sono state fondate nella seconda metà del 1800. Nel 1848 re Carlo Alberto aveva concesso alcuni diritti alle minoranze religiose del suo regno (valdesi ed ebrei) e gli anni del Risorgimento sono stati un periodo di grande rinnovamento politico (l’unità del nostro Paese, del quale Alessandria è stata peraltro protagonista, come ci ricordano numerosi toponimi, come corso Cento cannoni) e anche spirituale. In quel tempo nacquero svariate chiese evangeliche, sia “autoctone”, sia frutto di missioni estere. Le chiese di Alessandria e di Bassignana si riallacciano alla tradizione metodista, nata nella Gran Bretagna della prima metà del ‘700 come risposta cristiana ai drammi sociali e spirituali della rivoluzione industriale».

Quale augurio vorrebbe fare agli alessandrini, specialmente in questo tempo di Natale ma anche di pandemia?

«Un ovvio augurio è quello di un 2022 senza Covid, e sappiamo che questo dipende anche molto da noi e dal nostro comportamento nelle prossime festività. Però vorrei anche augurarci collettivamente un po’ di tolleranza reciproca e rispetto. Tolleranza, per il fatto che la pandemia e i tentativi di arginarla stanno mettendo in luce molte paure che non conoscevamo e relative insicurezze, che ci fanno diventare aggressivi. Rispetto, perché la cronaca quotidiana narra dello stillicidio della violenza di genere e dei femminicidi, e credo che uno dei modi per superare tutto questo passi soprattutto dal rispetto che dobbiamo nutrire gli uni per gli altri, le une per le altre»..

Trovate l’intervista completa sul canale YouTube della Diocesi di Alessandria, al link youtu.be/wa9i-vQ7Ww0

don Stefano Tessaglia
Servizio diocesano ecumenismo

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