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Punture di insetto: cosa fare e… cosa no!

La pediatra Sabrina Camilli

Estate tempo di vacanze all’aria aperta, campeggi, prati e boschi: il contatto con la natura è fondamentale per lo sviluppo psicofisico dei nostri figli e nipotini. Ma ricordiamo che erba e prati portano con sé anche l’opzione di incappare in qualche insetto. Quali sono i comportamenti da tenere (e soprattutto quelli da evitare) se i piccoli vengono punti da una vespa o da altri animali? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Sabrina Camilli, la nostra pediatra di fiducia.

Dottoressa, quali sono gli insetti a cui dobbiamo prestare attenzione e come si manifestano le loro punture?

«Gli imenotteri (api, vespe e calabroni), tramite il loro pungiglione, iniettano un veleno che può provocare reazioni locali o generali anche molto gravi. Altri insetti comuni come zanzare, zecche, cimici, mosche, pulci, acari e pidocchi possono pungere o mordere la pelle, iniettando una sostanza irritante che scatena, il più delle volte, solo una reazione locale: gli effetti sono generalmente dolore, prurito, arrossamento e gonfiore della zona di penetrazione del veleno. Le punture di zanzara possono provocare in alcuni casi la formazione di bolle ripiene di liquido, che permangono per alcuni giorni. Dopo la rottura ricordo che potrebbero anche infettarsi».

Ci sono delle possibilità che in seguito alla puntura di un insetto ci sia una reazione molto grave?

«Molto raramente, magari in seguito a molteplici e contemporanee punture e nei soggetti ipersensibili, per così dire “molto reattivi” o allergici, può scatenarsi rapidamente una grave reazione allergica, detta “shock anafilattico”. In questo caso, dopo la reazione locale iniziale si presentano sintomi come pallore, sudorazione intensa, difficoltà di respiro, capogiro dovuto a un rapido abbassamento della pressione del sangue, dolori addominali e orticaria. Se il bambino mostra improvvisa difficoltà respiratoria o si osserva un gonfiore in rapido aumento, al viso, alle labbra o alla gola bisogna recarsi immediatamente presso il più vicino Pronto soccorso. Nel caso in cui i segni e i sintomi proseguissero per più di 2-3 giorni o se ci fosse infezione, è indispensabile rivolgersi a un medico».

Se il mio bambino è stato punto da un insetto, che cosa devo fare? E quali comportamenti invece è bene evitare?

«A seconda dell’insetto può essere necessario estrarre dalla cute con attenzione il pungiglione, utilizzando una pinzetta. Non bisogna assolutamente “strizzare” la pelle nel tentativo di togliere il pungiglione: questo comportamento aumenta il rilascio del veleno. L’applicazione di ghiaccio, non a diretto contatto con la pelle ma avvolto in un panno, rallenta l’assorbimento del veleno e contribuisce ad alleviare il dolore. Il prurito e il gonfiore possono essere attenuati con creme a base di idrocortisone (o antistaminico, in caso di punture di zanzara). Si tratta di prodotti facilmente reperibili in farmacia e che vanno usati attenendosi scrupolosamente alle istruzioni. Questi provvedimenti sono in genere sufficienti a eliminare dolore e gonfiore già dopo due ore dalla puntura».

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