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Martedì di Quaresima Testimoni al femminile

Intervista al professor Renato Balduzzi, co-promotore dell’iniziativa

Segnatevi queste tre date: 14, 21 e 28 marzo. Con il titolo “Testimoni“ (ideale continuazione del tema affrontato negli ultimi Martedì d’Avvento) tornano i Martedì di Quaresima, organizzati dalla diocesi di Alessandria in collaborazione con il Centro di cultura dell’Università Cattolica e il Meic, Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale di Alessandria. I tre incontri previsti si svolgeranno in presenza, rispettando le norme anti-Covid, nell’Auditorium della parrocchia di San Baudolino (via Bonardi 13 ad Alessandria), con inizio, come sempre, alle ore 21. Ne parliamo con Renato Balduzzi (nella foto), professore ordinario di diritto costituzionale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nonché co-promotore dell’iniziativa.

 

 

 

 

Professor Balduzzi, come sempre partiamo dal titolo. Anche in questa Quaresima cerchiamo dei “testimoni”: non più tre testimoni maschi come per i Martedì d’Avvento, ma tre donne.
«L’esperienza dell’Avvento è stata molto positiva, quanto a livello degli interventi (De Bortoli, Garattini, Patriciello) e a partecipazione, quantitativa e qualitativa, del pubblico. Avevamo preannunciato, per la Quaresima, tre martedì al femminile, e siamo stati fortunati, perché il trio si preannuncia almeno altrettanto interessante. L’idea di base è quella di non limitarci a chiedere ai relatori e alle relatrici il solo approfondimento culturale o scientifico di un tema, ma di intrecciare con questo la loro vita, e dunque la loro relazionalità, il loro essere, la loro fede, le loro scelte quotidiane. Abbiamo, anche per gli appuntamenti di marzo, scelto tre ambiti diversi: quello civile e sociale, quello istituzionale e politico, quello professionale. Sono i tre ambiti nei quali si esprime o dovrebbe esprimersi la vita di ciascuno di noi, e che oggi appaiono, in un contesto di incertezza, di paura e di inquietudine, anche quelli dove è più difficile essere testimoni. Difficile, ma non impossibile, come le nostre tre ospiti ci mostreranno».

Veniamo al primo appuntamento, martedì 14 marzo alle ore 21 con Cecilia Crescioli. Titolo della serata: “Perché non si deve sparare sulla Croce Rossa”.
«Dal febbraio del 2021 Cecilia Crescioli ha raccolto il testimone, per quasi dieci anni impersonato da Patrizia Ravaioli, ed è diventata Segretaria generale della Croce Rossa Italiana. Ai Martedì spiegherà il ruolo dell’associazione nell’ambito dell’impegno sociale e del Terzo settore. La Croce Rossa ha una grande storia, che però va sempre riletta e rinnovata: nel 2012 è stata oggetto di una importante e attesa riforma che ha coinvolto tutti e che seguii direttamente come Ministro della salute. Crescioli è in carica da soli due anni, ma ha una grande esperienza, anche manageriale, e questo emergerà certamente nel nostro incontro di martedì 14 marzo. Aggiungo una nota personale: mi fa molto piacere parlare di Croce Rossa ad Alessandria, perché nel nostro territorio si è sempre espressa al meglio, sia come efficienza sia come legalità istituzionale. A livello nazionale la nostra Croce Rossa, e più in generale quella piemontese, è un fiore all’occhiello, dobbiamo esserne tutti orgogliosi».

Il secondo Martedì è in calendario il 21 marzo. Con un nome assai noto…
«Il mondo delle istituzioni e della politica sarà protagonista grazie a Rosy Bindi. Per tanti anni responsabile nazionale di Azione Cattolica, la ricordiamo come Ministro della sanità dal 1996 al 2000, poi Ministro per le politiche per la famiglia dal 2006 al 2008, vicepresidente della Camera dei deputati dal 2008 al 2013 e presidente della Commissione parlamentare antimafia dal 2013 al 2018. Sarà una bella occasione per intervistarla secondo le modalità già sperimentate negli ultimi Martedì d’Avvento: un intervento iniziale del relatore, e poi via libera al “fuoco di fila” di domande veloci dal pubblico, domande per le quali è possibile prenotarsi sia prima sia durante la serata. Il tema che abbiamo scelto per Rosy Bindi è significativo: “Come difendersi dalle tentazioni del potere?”».

Ultimo incontro, martedì 28 marzo: una grande esperienza professionale.
«Sì, perché avremo con noi Margherita Cassano, che nel 2020 è stata nominata dal Consiglio superiore della magistratura presidente aggiunto della Corte di Cassazione, dopo essere stata per anni presidente della Corte di Appello di Firenze: è la donna con le responsabilità più significative nel mondo della magistratura italiana. A lei chiederemo di parlare dello stato della giustizia, la “grande malata”, come spesso sentiamo dire. Si tratta allora di capire come questa “malattia” si può curare, che cosa si può fare per migliorarne efficienza e qualità, e se essa riguarda solo magistrati e avvocati o invece anche, almeno un po’, tutti noi, cittadini e cittadine, propensi talvolta a chiedere giustizia nei confronti degli altri, e meno a praticarla nella nostra vita o ad accettarne le conseguenze anche quando possono essere spiacevoli. Sarà proprio questo il tema affidato a Margherita Cassano: “Giustizia, una malata che può guarire?».

Una domanda conclusiva: i “Martedì” sono da tantissimi anni occasione di collaborazione tra la Diocesi e alcuni gruppi laicali. Come valuta l’esperienza?
«Forse la domanda andrebbe rivolta soprattutto ai partecipanti ai nostri appuntamenti, io sono un po’ troppo coinvolto (sorride). Il solo fatto che questi incontri si svolgano da quasi quarant’anni, e che dunque abbiano coinvolto generazioni diverse, episcopati (almeno quattro…) e contesti diversi, mantenendo il nucleo della proposta stessa, cioè di costituire un momento libero di approfondimento dentro e fuori la comunità ecclesiale, fruibile da tutti, senza primogeniture, e nel quale l’intervento finale del Vescovo non è un momento scontato ma il segno di una unità profonda sempre da perfezionare, probabilmente dà già la risposta alla domanda. Vorrei aggiungere un grazie anche alla Parrocchia di San Baudolino, che ormai da tempo ci accoglie stabilmente e che abbiamo sempre avvertito come partecipe, non soltanto come semplice sede che concede l’uso dell’Auditorium».

Andrea Antonuccio

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