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Ah, se io fossi un catechista…

Editoriale

Care lettrici,
cari lettori,
apriamo con l’intervista al professor Balduzzi sui prossimi Martedì di Quaresima, in cui tre “testimoni” al femminile si raccontano su temi importanti. Il Paginone è dedicato invece al dramma del terremoto: in una prospettiva di senso (con l’intervista al nostro Vescovo) e di azione (con il direttore della Caritas diocesana Giampaolo Mortara). Senso e azione: un “dualismo” che papa Francesco, nella sua Udienza generale di mercoledì scorso, ha definito come “stare” e “andare”: «Per Gesù non c’è andare senza stare e non c’è stare senza andare». E ancora: «Anzitutto non c’è andare senza stare: prima di inviare i discepoli in missione, Cristo – dice il Vangelo – li “chiama a sé”. L’annuncio nasce dall’incontro con il Signore; ogni attività cristiana, soprattutto la missione, comincia da lì. Non si impara in un’accademia: no! Incomincia dall’incontro con il Signore». Che ogni attività cristiana nasca dall’incontro con il Signore non mi sembra scontato. Spesso il nostro riunirci, in parrocchia o nei gruppi, si riduce alle “cose da fare”. Il Papa non è d’accordo: «Testimoniarlo, infatti, significa irradiarlo; ma, se non riceviamo la sua luce, saremo spenti; se non lo frequentiamo, porteremo noi stessi anziché Lui – mi porto io e non Lui –, e sarà tutto vano. Dunque, può portare il Vangelo di Gesù solo la persona che sta con Lui. Uno che non sta con Lui non può portare il Vangelo. Porterà idee, ma non il Vangelo». Se io fossi un catechista, due domande me le farei. Mi chiederei se quello che porto ai bambini è il Vangelo o la mia idea. Chiarendo i termini: “mia idea” è la mia impressione delle cose, quasi sempre succube della mentalità corrente; e “Vangelo” non è accademia (cioè la Parola di Dio usata a mio vantaggio) ma una vita in cui è evidente che Cristo, presenza reale e concreta, cambia radicalmente la persona.
Voi conoscete qualcuno così?

direttore@lavocealessandrina.it

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