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Remigini pecettesi: una comunità in festa

Pecetto di Valenza

In un clima festoso, reso possibile dalla splendida giornata di sole autunnale, a Pecetto domenica scorsa, 24 settembre, si è vissuta la Festa Patronale dedicata a San Remigio, vescovo di Reims e titolare della parrocchia. L’occasione particolare ha accolto anche il tradizionale inserimento della consegna dei “Remigini pecettesi”, la massima onorificenza che annualmente la Parrocchia ed il Comune assegnano a personalità che si sono distinte nell’ambito della promozione del paese o di testimonianze legate al mondo della cultura, dell’arte o della presenza attiva verso le future generazioni.

Quest’anno sono stati scelti due nomi legati a due opposte realtà: il Sindaco emerito del paese, Flavio De Stefani e alla memoria del tenente di fanteria Giorgio Maggi, caduto nel 1941 sul fronte greco albanese e Medaglia d’oro al valor Militare. L’uno, per aver promosso una sensibilizzazione nei confronti della natura e del paesaggio locale, con iniziative intese a far conoscere le realtà della flora pecettese che vede un insolito fiorire di orchidee selvatiche che macchiano di colore le nostre colline; l’altro, quale testimone dell’alto senso del dovere e della fedeltà agli impegni assunti nei confronti della Patria e praticati come testimonianza di altruismo che lo hanno visto in prima linea ad affrontare il nemico, per salvare gli uomini a lui affidati e trovando, da eroe, la morte a soli 23 anni. Infatti il tenente Giorgio Maggi alessandrino di origine, brillante ufficiale dell’esercito italiano, consapevole del proprio dovere non si oppose all’invio, dapprima sul fronte Occidentale, ai confini con la Francia, e successivamente su quello greco albanese.

A capo di un plotone di uomini ai quali sebbene il più giovane d’età di loro, faceva da padre, durante una azione di guerra, pur sapendo di esporsi a un alto rischio, non esitò ad avanzare, ignaro del pericolo, alla testa del manipolo a lui affidato. Il 13 febbraio 1941, appena dopo aver inviato alla madre lontana un ultimo messaggio di rassicurazione circa la sua salute, cadde da eroe salvando tutti i militari a lui consegnati. Questo gli meritò il riconoscimento della Medaglia d’Oro al Valore Militare. Negli Anni 50 a Pecetto venne dedicata alla sua memoria una aula nel plesso delle scuole elementari. Vicende successive legate alla indifferenza e negata sensibilità degli uomini verso chi donò la propria vita per la salvezza altrui, la targa commemorativa venne rimossa e solo ora grazie all’interessamento del prof. Luciano Orsini che per cinque anni frequentò il ciclo elementare, rivisitandone le gloriose gesta di colui che le compii, ne ha promosso la ricollocazione. L’occasione si è prestata in coincidenza con l’assegnazione annuale dei “Remigini”.

Per cui domenica scorsa dapprima nella monumentale chiesa parrocchiale dove è stata celebrata la Santa Messa Solenne, alla quale hanno partecipato numerosissime Autorità civili, militari, Sindaci di diversi Comuni e Associazioni d’Arma, unitamente ai genitori di ragazzi e ragazze dell’oratorio, e la consueta adesione della Comunità intera, durante la funzione presieduta dal can. Andrea Alessio, nell’omelia don Luciano ha sensibilmente sottolineato il significato del testo evangelico appena letto, mettendo a confronto la disubbidienza del figlio che rispondendo al padre, ebbe a dire di non avere intenzione di andare a lavorare nella vigna per poi pentirsi e tornare sui suoi passi con l’apparente disponibilità dell’altro figlio, che rispose con entusiasmo al medesimo invito del padre, per poi non onorarlo. A questa prima parte ha fatto seguito la sottolineatura agiografica del santo Patrono ed infine un risvolto umano relativo alla testimonianza, legata alla fedeltà del tenente Giorgio Maggi che, consapevole dell’impegno assunto, ha preferito sacrificare se stesso piuttosto che mettere a repentaglio le vite di molti soldati a lui consegnati dalle vicende belliche vissute nell’ultimo conflitto mondiale. Davvero in quell’occasione si sono capite le parole di Sant’Agostino, che sottolineano come con il canto si preghi due volte. Proprio così: la partecipazione della corale San Remigio, diretta da Simona Baio, che ha eseguito i canti della Messa con una sensibile armoniosità e precisione, accompagnato all’organo dal bravo Ferruccio Carosio, ha fatto vivere questa affermazione in una realtà coinvolgente.

Terminata la celebrazione, ecco l’assegnazione dei “Remigini”. Il primo a Flavio De Stefano, già Sindaco del paese; il secondo alla memoria dell’Eroe del fronte greco-albanese, rappresentato dal cugino Piero Arzani e da altri parenti dei quali alcuni che ancora lo ricordano. Per questa cerimonia è intervenuto il Sindaco in carica Andrea Bortoloni e, con don Luciano, anche il can. Andrea Alessio. Le due targhe sono state presentate con le letture delle motivazioni, mentre per il tenente Maggi successivamente allo squillo dell’”attenti” militare è stata data lettura della motivazione per il conferimento della Medaglia d’Oro. In ultimo il commovente suono del “silenzio” eseguito magistralmente dalla tromba solista, ha concluso la parte religiosa e, in corteo, è stata raggiunta la scuola elementare, dove è avvenuta l’intitolazione dell’aula. Un signorile rinfresco offerto dalla Parrocchia sotto il pronao del palazzo comunale ha concluso con un brindisi la festosa circostanza.

L. B.

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