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Quando Cristo ci rende fratelli e sorelle. Nella fede

Care lettrici,

cari lettori,

ho incontrato molti di voi martedì 5 marzo, al primo dei tre incontri di Quaresima organizzati dalla nostra Diocesi (se ve lo siete perso, potete rivederlo a questo link).

Il Santuario del Sacro Cuore (l’ex convento dei cappuccini) di via San Francesco era pieno di gente: non c’era più un posto a sedere, tanti sono rimasti in piedi. Abbiamo accolto con grande affetto due testimoni della grazia di Dio e della bontà di Maria: il dottor Alessandro De Franciscis, medico e presidente del Bureau des constatations médicales, e suor Luigina Traverso, 68A miracolata di Lourdes.

Sarebbe meglio dire, però, che sono stati loro ad accogliere noi, condividendo il mistero (di gioia, di sofferenza) della guarigione e del miracolo, secondo due prospettive differenti ma complementari. Lourdes è un luogo che continua a “guadagnare” anime e conversioni, in un mondo come il nostro che ha perso quasi completamente il senso di un “Altro” che fa, e dunque ha perso quasi completamente la speranza. Le testimonianze che abbiamo ascoltato sono state un segno incontrovertibile di qualcosa che va oltre la nostra ragione (completandola, dico io): sono la modalità più efficace di annunciare che abbiamo incontrato Uno che ci può far vivere qualunque circostanza, anche la più dolorosa, in modo umano, lieto, vero.

Al termine della testimonianza dei nostri due amici, perché tali sono diventati per ciascuno di noi, una signora è intervenuta per condividere la sua indicibile sofferenza: un figlio tornato prematuramente al Padre, dieci anni fa. «Esiste, esiste, esiste» ha detto. «Ringrazio che esiste la fede… perché sennò sarebbe finita. Finita». Questa madre mi ha ricordato Pietro nel Vangelo: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna». Alla fine dell’incontro l’ho abbracciata: è così che Cristo ci rende fratelli e sorelle.

Andrea Antonuccio

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