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Quando i numeri diventano volti

L’Editoriale di Enzo Governale

Care lettrici,
cari lettori,

inizio anche io questo editoriale come ha sempre fatto Andrea (lui nel tondo ci sta meglio di me). Purtroppo dovrete accontentarvi della mia firma, perché il nostro direttore in questo momento si trova in ospedale
accanto ad altre persone che, come lui, hanno contratto il virus. Quello stesso virus del quale parliamo da troppe settimane e che oggi ha trasformato un numero in un volto. Improvvisamente parlare degli effetti del Covid-19 ha un altro significato, chiedere alle persone di essere responsabili nel vivere questa situazione ha un altro valore, potersi permettere di stare a casa è un dono grandissimo.

Ma non solo. Diventa più forte la responsabilità di fare un bel numero del nostro settimanale anche questa settimana, per continuare a raccontarvi cosa sta succedendo nella nostra città, ma soprattutto sul come vivere questa difficile emergenza sanitaria. La chiave è proprio quella dell’Apocalisse: «Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà».
Ho riletto più volte l’editoriale della scorsa settimana (Quale eternità desideriamo?) e sembra che ne stia scrivendo una copia parlando di un amico che in questo momento è in ospedale. Ma come gli amici di cui si parla nello scorso numero, anche Andrea non è solo, siamo tutti pronti ad accompagnarlo nei prossimi giorni fino alla guarigione. Lo stiamo facendo pregando il rosario ogni sera, fino a quando non potrà unirsi a noi. Vi invito con il cuore ad aggiungervi, come potete e quando potete.

A questo numero manca un pezzo e anche grosso: ma non vediamo l’ora che il direttore ci racconti la sua storia di guarigione, le vite delle persone che ha incontrato e come è cambiata la sua, di vita. Così finalmente possiamo definitivamente passare a 32 pagine! Direttore, guarisci presto.

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