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Il presepe di SOLERO – Tecnica e tradizione

Claudio Gilardenghi è un esperto di elettromeccanica, ma prima di tutto un artista. La sua competenza tecnica unita alla sua passione per il presepe hanno dato vita, da quasi 20 anni, ad un’opera che coniuga il genio e la fede: il presepe elettromeccanico della chiesa San Perpetuo di Solero. Se le esposizioni di presepi della città attirano fedeli e visitatori, altrettanta ammirazione suscita, in chi la visita, la grandiosa rappresentazione della Natività che Claudio allestisce nella parrocchiale del borgo natio.

Si tratta di una messa in opera magnifica, che occupa circa 6 metri di lunghezza, e in cui le apparecchiature (transistor, motorini, proiettori e condensatori) mettono “in moto” la storia della Natività dall’Annunciazione alla fuga in Egitto.

La scena è divisa in tre arcate: nella prima la Reggia di Erode, nella seconda Nazareth, nella terza Betlemme.

Sono dunque rappresentati 8 momenti (l’Annunciazione; il mattino e il risveglio alla reggia; il mezzogiorno e il pomeriggio con le attività dei personaggi del presepe e Maria e Giuseppe che cercano ospitalità; il tramonto; la notte con la formazione della cometa, la Natività e l’arrivo dei Magi, la fuga in Egitto), tutti animati da statuette che si muovono, luci che si abbassano e si alzano per definire lo scorrere delle ore, led ed effetti ottici che rendono emozionante il firmamento in cui si osserva il percorso della stella che precede il cammino dei pastori e dei Magi.

Claudio Gilardenghi da sempre collabora con la parrocchia, sua fu l’idea, alla fine degli anni 70, di fondare “Radio Surplus”, una delle prime radio libere del nostro territorio, suo è il meccanismo che fa scendere la befana dal campanile al cortile dell’oratorio per l’Epifania dei bambini il 6 gennaio. L’idea che da sempre persegue il nostro “mago dei fili” è che il materiale non va buttato, ma si può riciclare, con buona manutenzione e un po’ di passione. Dunque il presepe di Solero ha anche a cuore l’ambiente perché qui si riciclica ciò che altrove si butterebbe. Claudio ci racconta la sua dedizione, ma anche la fatica: “Quest’anno ho potuto solo aggiustare qualche scena, non ho aggiunto niente di nuovo; nonostante qualche acciacco sono riuscito ad arrampicarmi sopra il presepe e a sdriaiarmi sotto per rimettere in moto i meccanismi. Cosa mi piacerebbe? Mi piacerebbe poter insegnare a qualche giovane i segreti del presepe, poter passare il testimone, trasmettendo la tecnica e l’arte”. Un appello alle giovani generazioni, ma anche una radice forte nella tradizione che ogni anno regala emozioni. Per chi desidera visitarlo, il presepe può essere ammirato al termine delle funzioni religiose e su appuntamento, da concordare con Claudio (0131 217 309)

Andrea Antonuccio

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