Il grande tema del pranzo si Pasqua, un momento per stare in famiglia e gustare la tradizione del nostro paese, ma anche uno stile che divide in due parti le scelte culinarie, chi decide di mangiare animali e chi no. In questo caso l’agnello. Scopriamo cosa ne pensano Beppe Sardi Chef e patron del ristorante “Il grappolo” e Clarissa Bertotto Attivista e volontaria ambientalista.
Beppe: agnello sì, o agnello no? Agnello sì, senza alcun dubbio. E’ tradizione, un po’ come il cappone a Natale. Io ho un ristorante sul groppone, e quindi per avere la gente a mangiare (e mantenere i miei dipendenti) devo dare ai miei clienti quello che vogliono.
Che cosa rispondi a tutti quelli che, vegani o no, equiparano la macellazione di un animale a un vero e proprio assassinio? Guarda, mi astengo dal rispondere alla domanda!
E allora come cucinerai l’agnello nel tuo ristorante, per il menu di Pasqua? Lo proporrò in due cotture. In primo luogo, le costine alla griglia. E poi anche la polpa rollata e farcita.
Clarissa: agnello sì, o agnello no? Agnello mai.
Che cosa rispondi a chi dice che gli animali non sono esseri pensanti e senzienti? I componenti del regno animale sono dotati di un sistema nervoso e, dotati di pensiero o incredibilmente stupidi che siano, provano dolore. La loro sofferenza non è diversa dalla nostra.
Quale sarà la tua alternativa “pasquale” all’agnello? Il menù preciso ancora non l’ho pensato. Prenderò spunto visitando vari siti e portali dedicati alla cucina vegana e vegatariana dove grazie alla fantasia le alternative non mancano, senza sacrificare il gusto né alterare i valori nutrizionali.