Cosa direbbe a un giovane che vuole andare via da Alessandria?
È importante seguire i propri sogni ed è importante metterci l’impegno. Io, da madre e da sindaco, vorrei che i giovani potessero avere la possibilità di attraversare il mondo, superare i confini, che a volte sono le paure dentro di noi. Ma, se vogliono, possono tornare nella propria città e trovare la loro strada, o meglio, quelle esperienze formative che possano essere di slancio anche qui. Io immagino una città d’Europa per l’Europa. Un’Alessandria europea, aperta, capace di ricevere anche esperienze di chi, dall’estero, può venire qui e trovare il suo percorso formativo.
Se potesse chiedere alla Chiesa di partecipare alla vita del governo della città, che cosa chiederebbe?
Chiederei di proseguire l’esperienza che abbiamo inaugurato con l’osservatorio sociale e con il tavolo delle povertà. Chiederei collaborazione in un settore particolare, come il piano di protezione civile. Nelle situazioni di emergenza i parroci sono quelli che possono fare la differenza nello stare vicino alle persone. Lo abbiamo sperimentato alla fine di novembre, quando abbiamo chiesto all’associazione Orti sicuri di partecipare in prefettura per la decisione da prendere. Lì don Gino ha fatto la differenza. Le persone forse si fidano più del parroco, soprattutto gli anziani. Il termine sussidiarietà può essere messo a servizio della città in tante situazioni e io credo che le parrocchie siano una rete fondamentale.
Cos’è la libertà di opinione per un’amministrazione?
L’amministrazione può alimentare una cultura del dialogo e mettere in campo tutti gli strumenti, perché le scelte siano veramente libere dove ci sono strumenti, risorse (per reti di protezione sociale), a sostegno delle fasce più deboli: dobbiamo pretenderlo anche dalle leggi regionali e nazionali. Una società che metta nelle condizioni di essere veramente liberi anche in una situazione di disagio, garantendo gli strumenti di accesso all’informazione, di consapevolezza e la libertà di scelta.
Domande dal pubblico
Al termine dell’incontro “Il nostro Sindaco”, gli intervenuti hanno potuto scrivere alcune domande da porre ai candidati. Vista l’intensità della serata non è stato possibile rispondere in diretta, abbiamo quindi raccolto tutte le domande e ne abbiamo selezionate tre, che abbiamo girato ai candidati, chiedendo loro di essere il più sintetici possibile. Non tutti i candidati hanno inviato le loro risposte. Ecco le domande selezionate:
Qual’è la sua posizione nei confronti dei migranti che vivono nella nostra città?
Come dice Papa Bergoglio “Non è umano chiudere le porte, non è umano chiudere il cuore…” . Occorre dare dignità e diritti a chi è accolto, ma riconoscere anche il diritto di chi accoglie ad essere sicuro. Penso che i flussi di ingresso in città vadano regolati (competenza della Prefettura) e convogliati in reali percorsi di integrazione, senza i quali la percezione che la comunità ha del fenomeno rischierebbe di essere stabilmente negativa.
Come pensa di salvaguardare la famiglia nelle attività educative e scolastiche in cui viene relativizzata l’identità maschile e femminile?
Sosteniamo le politiche per la famiglia e abbiamo garantito e continuiamo a garantire i contributi alle scuole parificate, agli oratori, alle parrocchie e agli insegnanti di religione negli asili comunali.
Che iniziative prenderà per combattere il degrado e la delinquenza?
Le azioni di contrasto dei fenomeni delinquenziali devono fare parte delle politiche integrate per la sicurezza. In tal senso, il coordinamento delle forze dell’ordine insieme al Corpo di Polizia Locale, (rafforzata con l’assunzione di personale) e l’introduzione di una più diffusa rete di telecamere, è un passaggio importante per garantire il presidio del territorio.