Nell’articolo pubblicato su Avvenire mercoledì ho parlato della siccità che sta provocando molti danni all’agricoltura nostrana, stimati sui due miliardi di euro, mentre in dieci regioni italiane è stato proclamato lo stato di calamità. Di fronte a questa emergenza, al posto di cercare soluzioni, si cerca il colpevole. Il 51% del consumo idrico è destinato all’irrigazione, il 20% ai consumi domestici e un altro 20% all’uso industriale. Bisogna, e si può, correre ai ripari subito. In primis cambiando mentalità e recuperando la cultura del non spreco e del riciclo dell’acqua piovana che seguivano i nostri nonni e poi investendo in tecnologia con scelte mirate sull’irrigazione. La domanda è: queste correzioni possono avvenire senza passare per una nuova tassazione? Dato che siamo vicini a nuove elezioni nessuno ne parla, eppure sarebbe interessante sapere come i vari schieramenti politici risolverebbero il problema. Abbiamo sete, anche di politica.
Paolo Massobrio