Mi è capitato di vivere alcune esperienze “missionarie” lontano da casa, una di queste è stata in Nigeria, nella città di Ondo, ospiti di una casa salesiana con al suo interno la parrocchia, l’oratorio, una scuola professionale ed una comunità a dir poco “internazionale”.
Una delle usanze dei figli di don Bosco nasce proprio dal loro fondatore, che la sera, dopo la preghiera del Santo Rosario, dava la buona notte ai suoi giovani affidando a Maria la giornata appena trascorsa. Da allora i salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice di tutto il mondo hanno dato continuità a questa usanza.
Una delle prime sere father Cyril Odia, il sacerdote Nigeriano responsabile dell’oratorio, ci dà la buona notte. Quella sera credo di aver compreso il senso della “missione” del cristiano. Ci ha fatto mettere in cerchio ed ha chiesto a un ragazzo e a una ragazza di togliersi le scarpe. Ha poi chiesto ai due di indossare le scarpe dell’altro. Li ha fatti camminare nel cerchio tra le risate dei partecipanti perché le scarpe risultavano essere troppo piccole per lui e troppo grandi per lei. I due hanno poi raccontato la loro difficoltà nel camminare con scarpe che non erano le loro. Così il salesiano ha concluso dicendo: vedete ragazzi, essere cristiani significa anche questo, mettersi nelle scarpe dell’altro, camminare come camminano loro, per capire come i nostri fratelli vivono la loro vita. E questo per noi è scomodo.
#Granellodisenape di Enzo Governale