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La Recensione – Benedetto XIII Orsini

Benedetto XIII Orsini è il protagonista e il titolo dell’omonimo volume appena pubblicato da Mario Adda Editore (pp 651, euro 50). Esso raccoglie gli atti di un convegno tenutosi a Roma nel 2012 in occasione dell’apertura del processo di beatificazione (chiuso l’anno scorso a livello diocesano) del Pontefice, nato in Puglia nel 1649 con il nome di Pier Francesco Orsini. Figlio del duca di Gravina, rinunciò ai diritti di primogenitura per entrare nell’Ordine dei Predicatori, tra i quali venne ordinato presbitero nel 1671 con il nome di Vincenzo Maria. Creato cardinale a soli 23 anni, venne nominato Prefetto della Congregazione del Concilio (oggi Congregazione per il clero). Tre anni più tardi venne ordinato vescovo per la sede metropolitana di Manfredonia, poi venne trasferito a Cesena e successivamente a Benevento. Lì si salvò miracolosamente dal terremoto del 1688, che distrusse il suo palazzo: ritrovatosi in qualche istante dal secondo piano in cantina, attribuì la sua salvezza a san Filippo Neri, alcune immagini del quale furono rinvenute tra le macerie. Questo aspetto dell’influsso del santo fiorentino sul Servo di Dio pugliese è ben illustrato dal contributo del vescovo d’Ivrea, monsignor Edoardo Aldo Cerrato, a lungo preposito generale degli oratoriani; il professor Mario Girardi parla addirittura di «binarietà» tra i due personaggi. Nel 1724 venne eletto Papa: celebrò il giubileo l’anno successivo, incoraggiò le missioni in America e Asia, combatté il giansenismo e il gallicanesimo, eresie diffuse soprattutto in Francia. Morì nel 1730 e le sue spoglie mortali riposano nella basilica di santa Maria sopra Minerva a Roma, ove si trova un monumento sepolcrale a lui dedicato. Il ponderoso volume – curato da monsignor Saverio Paternoster e Andrea Mazzotta – offre importanti documenti del Servo di Dio, attingendo anche all’archivio diocesano di Tortona. È curioso notare che si tratta del terzo tentativo d’avviare il processo di beatificazione, ostacolato dalla posizione del segretario particolare e poi cardinale Niccolò Coscia che, tradendo la fiducia del Papa, compì abusi e sperperi. Benedetto XIII ritenne calunnie e voci malevoli gli ammonimenti di chi cercava di metterlo in guardia. Lui, uomo di preghiera, pronto a innovazioni economiche (come i Monti Frumentari) per sostenere i poveri, frate domenicano fino all’ultimo, forse non poteva comprendere certe mondanità e certi arrivismi, da cui il suo attuale successore, Francesco, non si stanca di mettere in guardia anche oggi.

A cura di Fabrizio Casazza

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