Con WhatsApp le sorprese non finiscono mai! La buona comunicazione invita al dialogo e alla riflessione. Fra i tanti audio-video che ricevo e rivedo con piacere, ne ho scelti due che vale la pena di diffondere, anche se già noti. Il primo è “Hallelujah” cantato da una bambina autistica la cui interpretazione è stata giudicata “da brividi” perché la sua voce trafigge il cuore. È indubbiamente la canzone più celebre di Leonard Cohen, sebbene molti ignorino il nome del vero autore. Vanta oltre trecento covers registrate da artisti famosi come Bob Dylan, Bon Jovi e Rufus Wainwright. Fu scritta al Royalton Hotel di New York, dove Cohen produsse più di ottanta versi prima di scegliere quelli della versione definitiva. “Un sacco di versioni e un sacco di lavoro”: come lui stesso ebbe a precisare. Si racconta che l’artista sedesse disperato sul pavimento della sua stanza picchiando ripetutamente la testa contro il muro e gridando “non riesco a finire questa canzone!”. Il testo ha un particolare significato e contiene riferimenti biblici. Inizia così: “Ho sentito parlare di una melodia segreta che Davide suonava e compiaceva il Signore ma tu non ti interessi di musica, non è vero?”, poi continua in strofe successive in cui si accenna, senza i nomi, a Betsabea, Sansone e Dalila. Cohen ha cercato di spiegare: “Questo mondo è pieno di conflitti e pieno di cose che non possono essere unite ma ci sono momenti nei quali possiamo trascendere il sistema dualistico e riunirci e abbracciare tutto il disordine, questo è quello che io intendo per alleluia. La canzone spiega che diversi tipi di alleluia esistono e tutte le alleluia perfette e infrante hanno lo stesso valore. È un desiderio di affermazione della vita, non in un qualche significato religioso formale, ma con entusiasmo, con emozione. So che c’è un occhio che ci sta guardando tutti. C’è un giudizio che valuta ogni cosa che facciamo”. Il secondo audio-video riguarda la canzone “Imagine” di John Lennon: “Un sogno sognato da soli è solo un sogno. Un sogno sognato assieme è una realtà”. “Immagina non ci sia il Paradiso, prova, è facile. Nessun inferno sotto i piedi. Sopra di noi solo il Cielo. Immagina che la gente viva al presente… Immagina che tutti vivano la loro vita in pace… Immagina un mondo senza possessi…La fratellanza tra gli uomini. Immagina tutta la gente condividere il mondo intero… Puoi dire che sono un sognatore ma non sono il solo. Spero che ti unirai anche tu un giorno e che il mondo diventi uno”. Questo bellissimo canto è diventato l’inno universale della pace che noi desideriamo!
Adriana Savorelli