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Verso il pellegrinaggio a Lourdes – Prima cattolico, poi dottore

L’Oftal, diceva talvolta sorridendo don Rastelli, non ha bisogno di solisti, ma di tanti coristi (che vadano d’accordo!). Nell’Oftal, come nella Chiesa, si armonizzano carismi e forze diverse per costruire e camminare insieme. Grazie all’impegno di una miriade di persone, diversissime tra loro per età, estrazione sociale e formazione si compone ogni anno la sinfonia bellissima che chiunque sia stato in pellegrinaggio a Lourdes col treno degli ammalati, può raccontare di aver sperimentato. Tra le voci che compongono questa sinfonia vi è quella di un veterano tra i medici, un nome che da sempre pronunciamo in accoppiata col professor Canestri: il dottor Franco Zanardi.

Franco, perché un medico decide di unirsi a un pellegrinaggio? Com’è nata questa tua mania di venire a Lourdes con l’Oftal?
«Nel film “La grande bellezza“ suor Maria, che conosce il nome di tutti gli uccelli e si nutre di radici, afferma: “Le radici sono importanti”. Ecco le mie radici di oftaliano dal 1982: presidente monsignor Ferraris, vice Pino Raiteri, assistente spirituale M. Costa, presidente diocesano Bertino Boverio, primo medico professor Frera, al Bureau Medical Dr. Théodor Mangiapan, Pére Joulià alla Presse: esemplari! Faccio parte dell’Associazione dei medici cattolici italiani e allora sono prima cattolico e poi medico. Ma…».

Ma?
«Nel quotidiano sono e spero di essere solo un pellegrino sulle vie del mondo, che ogni anno ritorna alla grotta davanti all’immagine fissa dell’Immacolata Concezione che prescelse Bernadette perché diffondesse le sue parole. Lei adempì umilmente alla sua promessa, diventata fondamento della sua vita. Maria non ha esitato a ricorrere al dialetto per farsi riconoscere e proclamare la sua divina maternità. Nella condivisione degli ultimi tre anni della vita del Salvatore fino alla sua crocifissione, si è avverato quanto aveva profetizzato il vecchio Simeone alla Presentazione al tempio: “Anche a Te una spada trafiggerà l’anima”. Di fronte alla grotta ho trascorso molte ore in preghiera, ma spesso volendo vedere dei segni, non sapendo che la Madonna è Madre che accoglie tutto il bene, e per me anche il male, che ho nel cuore per farlo giungere a Gesù con la pietà che solo una Madre sa provare.”Ad Jesum per Mariam”. L’esortazione risuona chiara: “Fate quello che Egli vi dirà”».

Ma perché vai a Lourdes? Perché con i malati?
«Aggiungo: perché bevo dalla sorgente? Perché mi faccio immergere nella piscina? Perché prego davanti alla Sua immagine? Risposta: me lo ha chiesto mia Madre. Finora mi è stato concesso e durerà finché potrò farlo! Ho condiviso questa gioia con tanti amici che ricordo con aff etto e rimpiango; si piange per la perdita degli amici e si è loro riconoscenti. Sono tutti nel mio cuore, molti di più di quelli che citerò: sono i loro volti, i loro sorrisi, la loro fede. Maria Rosa Borromeo, Pierino Zucchelli, Luigi Bartoli con la sua carissima sposa, Filippo, Manlio, Maria e Carlo Bellotti, Giuseppe di Castellazzo, Monica Montaldi, Lucia, Anna Milanoli, don Giovanni Semino, don Franco Degrandi, Piero Gnecchi, Sergio Prati con il suo Gianni, che si portava nel cuore, Carmelo Vaccarella, il professor Canestri, Guido Ferraris e molti di cui non ricordo il nome e mi scuso. Grazie!».

E io ringrazio te per averli ricordati! Tutti questi nomi… tanti volti che abbiamo conosciuto e a cui non pensavo più. Grazie! Mi hai fatto fare un commovente tuffo nel passato ed è un passato di cui dobbiamo e voglio fare maggior memoria. Hai parlato di radici… approfondiremo! Ancora una cosa: come funziona la preparazione del pellegrinaggio da parte dei medici?
«Ho quasi 40 anni di lavoro e do… i numeri, anche perché me lo hanno chiesto pochi giorni fa: negli ultimi vent’anni a Novara ho visitato e curato 50 mila persone e spero di avere ridotto la mia percentuale di errori… non lo dico per falsa modestia: è così. Chi promuove, prepara e gestisce il pellegrinaggio eredita quanto proviene dalle radici. Ci sono i continuatori in tutti i ruoli e io sono grato a loro. Quanto a me, sono medico per scelta e uomo di fede in cammino che chiede, come ho fatto sul treno del primo pellegrinaggio, di potere ancora andare alla grotta!».

Patrizia Astore

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