Sabato si è celebrata la festa della Madonna della Salve. La devozione mariana, tipicamente Alessandrina, ha le radici che affondano al termine del medioevo, quando nel 1489 vi fu il cosiddetto «prodigioso sudore» del simulacro. Le notizie storiche più antiche, circa la Madonna della Salve, sono state raccolte dall’abate Lorenzo Burgontio nel 1738 in un piccolo libretto intitolato «le notizie Istoriche in onore di Maria Santissima della Salve». Questo volume è stato ristampato il numero di 100 copie nel 1989, in occasione del cinquecentesimo anniversario del prodigio, in onore di sua eccellenza reverendissima monsignor Ferdinando Maggioni a cura della provincia di Alessandria, il cui all’epoca era presidente della provincia Francesco Franzò. Il testo è diviso in due parti: una prima parte che narra le vicende storiche del simulacro e della sudorazione, una seconda parte dedicata alle orazioni e preci che si cantavano e recitavano alla vergine. Per quanto riguarda il miracolo così scrive il Burgontio: «anzi fu sempre così sollecita in Maria la cura di proteggere i suoi divoti alessandrini che l’anno 1489, in cui reggeva la cattolica romana Chiesa Innocenzo VIII, teneva lo scettro dell’impero Federico IV, e governava lo stato di Milano il duca Gio: Galeazzo Sforza, sovrastando a tutta l’Italia e perciò anche questa città grandissime calamita e miserie ed in specie la pestilenza si vide la suddetta, Sagra Immagine nelle dì 24 aprile meravigliosamente sudare; quasi direi per tenerezza di compassione in Maria nel prevedere li suoi diletti tanto tribolati, ed afflitti». La cronaca continua raccontando come la notizia si diffuse velocemente nei paesi limitrofi e nelle più grandi città del Nord Italia, fino a far muovere folle di persone che giungevano in pellegrinaggio ad Alessandria. Esse venivano accolte dalle 22 confraternite presenti in città e la città di Tortona regalò addirittura un diadema di argento alla sacra effigie.
Alessandro M. Capra