Nel mio articolo di Avvenire di mercoledì ho raccontato dell’iniziativa di otto donne che si sono incontrate a un corso di formazione di Molino Quaglia per imparare l’arte di fare la pizza e si sono unite sotto la sigla di “Donne di pizza e di cuore” per sostenere il progetto P.e.t.r.a., acronimo di pratiche, esperienze, teorie, relazioni, antiviolenza. Ovvero un Centro voluto dall’assessorato alle pari opportunità del Comune di Verona, che aiuta le donne che hanno subito violenza. Sotto la guida di Petra Antolini, organizzano eventi per raccogliere fondi e hanno anche ripensato il loro lavoro, creando pizze con farciture con un’identità precisa, impiegando i prodotti tipici di ogni territorio, come Marzia, che in Abruzzo ha creato una pizza con fiordilatte, pollo allo zafferano dell’Aquila, mandorle e una spolverata di liquirizia di Atri.Il progetto che sta sotto a questo sodalizio destinato a fare storia ripercorre in qualche modo la strada delle Donne del Vino. E a unirle è proprio un’idea, molto materna, di creare il buono per fare del bene.
Paolo Massobrio