Care lettrici, cari lettori,
la scorsa settimana, in questo spazio, ci siamo lasciati con la promessa di riprendere le parole di papa Francesco, quando definisce la Chiesa come una madre. Noi siamo i suoi figli: possiamo essere figli buoni o figli ribelli. Nel peggiore dei casi, figli disattenti, distratti. Al punto da non accorgerci che nostra Madre Chiesa, come il Santo Padre continua a ripetere in queste settimane, è sotto attacco. Un attacco non astratto: il diavolo si sta impegnando per dividere i cristiani. «Gira per il mondo cercando come accusare» commenta papa Francesco, insinuando il dubbio, l’incertezza e la sfiducia. In primis, proprio su questo Papa. Come dice nella intervista qui in prima pagina il nostro vescovo Guido, «noi sappiamo che gli attacchi al Vicario di Cristo servono a spaccare la Chiesa». Ecco perché il Vicario di Cristo ci invita a pregare quotidianamente con il Santo Rosario, in questo mese mariano. Non (solo) per lui, come chiede sempre, in qualunque posto del mondo si rechi; ma, in questo preciso momento storico, per la Chiesa, che è veramente sotto attacco. Il pericolo deve essere proprio grave, se un Pontefice lancia un allarme di questo tipo. Intendiamoci: il diavolo esiste eccome, lo vediamo fin troppo bene nella vita quotidiana. Esiste, vuole fregarci e s’arrabbia se non ci riesce (spesso in maniera scomposta, come tutti gli esseri meschini). E allora «noi stiamo con il Santo Padre» ci dice ancora il nostro vescovo. «Non perché prendiamo la parte di Francesco, di Benedetto o di Giovanni Paolo II… ma perché è il Papa!». Questa è la nostra certezza: «Et portae inferi non praevalebunt adversus eam».
Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it