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Pastorale sociale e del lavoro – Civile e sostenibile

La seconda serata del ciclo “Fraternità che ferisce”, organizzata dall’Ufficio Pastorale sociale e del lavoro, si terrà mercoledì 10 aprile alle ore 21 nella sala Iris del Collegio Santa Chiara, in via Volturno 18 ad Alessandria. Tema principale della serata sarà “L’altra faccia dell’economia: civile e sostenibile” con Elena Granata, del Politecnico di Milano Scuola economia civile. All’incontro sarà presente anche monsignor Guido Gallese.

Una serata a parlare di economia civile sembrerebbe un appuntamento per addetti ai lavori. Cos’è l’economia civile? È un modello di sviluppo inclusivo, partecipato e sostenibile che discende da una tradizione di pensiero economico sviluppatasi in Italia nel Settecento, ma che affonda le sue radici nell’Umanesimo del XV secolo. Questo insieme di principi e valori è tornato prepotentemente d’attualità con la crisi economica, ispirando quotidianamente dibattiti e comportamenti. L’Economia Civile rimette il bene comune e la persona al centro della vita economica delle imprese, in contrasto con le idee dominanti di stampo liberista. Secondo l’economia civile, l’impresa non è una macchina economica che – rispondendo alle leggi del mercato – deve semplicemente massimizzare l’utile privato, ma un vero e proprio organismo civile, che occupa un ruolo di primo piano nella comunità e ha nei suoi confronti responsabilità economiche, culturali e sociali. L’economia civile auspica un bilanciamento, un rinnovato sguardo sul fare impresa che porti a trasformare il lavoro da semplice mezzo di profitto a fine.

Questa è la strada per garantire alla persona uno sviluppo completo, il soddisfacimento dei suoi bisogni materiali, socio-relazionali ed esistenziali e all’azienda una crescita armonica e al riparo dalle crisi di periodo. L’economia civile è, inoltre, un “patrimonio culturale” del nostro Paese che è diventato e si è tradotto (più o meno consapevolmente…) in esperienze che hanno generato lavoro, reddito, coesione sociale, fiducia, solidarietà efficiente. Hanno fatto crescere interi territori e cambiato (in meglio) il profilo di paesaggi, abbellito borghi e città rendendoli luoghi “generativi”. Grazie all’economia civile sono nate e si sono sviluppate esperienze di cooperazione, associazionismo, partecipazione attiva, mutualità di territorio e anche di un modo differente di intendere la finanza, partendo dal risparmio che diviene credito all’economia reale. “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla” (M. L. King) Il punto di partenza è una consapevolezza: non è più sufficiente un atteggiamento “neutrale”.

Non danneggiare il prossimo con le proprie azioni e scelte è certamente utile e meritevole, ma forse occorre una nuova consapevolezza su quello che ciascuno di noi può fare, nel concreto, per invertire una tendenza disgregatrice che rischia di non lasciare La serata proposta vuole essere un luogo e un tempo per confrontarsi, dibattere e approfondire i temi legati ad un’interpretazione alternativa del produrre, dell’amministrare, del fare banca, del rapportarsi con il clima ormai cambiato, con la cultura che regala valori e valore. Verranno presentate alcune buone pratiche dei territori, capaci di coniugare profitto e impatto sociale positivo; storie di imprenditori dello sviluppo responsabile; di intere comunità che cercano di far fruttare quei semi di cambiamento che possono trasformare la realtà.

Roberto Massaro

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