«Ora ti preghiamo. Padre: santifica con la tua benedizione questo olio, dono della tua Provvidenza; impregnalo della forza del tuo Spirito e della potenza che emana dal Cristo dal cui Santo Nome è chiamato crisma, l’olio che consacra i sacerdoti, i re, i profeti e i martiri».
Bendezione degli oli dal Pontificale Romano
L'olio degli infermi
L'olio degli infermi
“E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, pungevano di olio molti infermi e li guarivano” (Mc 6,12-13). Questa prassi apostolica nei confronti degli ammalati la troviamo testimoniata anche nella lettera di Giacomo: “Chi è malato, chiami a se i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo aver unto con olio nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato; il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati gli saranno perdonati” (Gc 5,1415). Ecco perché la comunità cristiana da allora ha continuato a compiere questo gesto che, alla luce di tutto il contesto biblico, assume un significato assai più vasto di quanto non appaia a prima vista. Il sacramento dell’unzione degli infermi annuncia la Salvezza per chi soffre in quanto la sofferenza può essere unita a quella di Cristo e assumere così un valore redentivo per sé e per gli altri. Soltanto per il Cristo e in Cristo riceve luce quell’enigma del dolore e della morte, che al di fuori del Vangelo ci opprime. Prendendo su di sé le nostre infermità, e scegliendo un’esistenza che è Croce e Martirio, Egli ci ha svelato il valore del dolore e della morte, facendo diventare la sofferenza fonte positiva di bene.
L'olio dei catecumeni
L'olio dei catecumeni
L’unzione con l’olio dei catecumeni intende rendere visibile quella forza che viene dell’Alto e senza la quale non è possibile vincere il male. Il significato è evidente nella stessa preghiera di benedizione pronunciata dal vescovo durante la Messa: “O Dio, sostegno e difesa del tuo popolo, benedici quest’olio nel quale hai voluto donarci un seno della tua forza divina; concedi energia e vigore ai catecumeni che ne riceveranno l’unzione perché, illuminati dalla Tua sapienza, comprendano più profondamente il Vangelo di Cristo; sostenuti dalla Tua potenza, assumono con generosità gli impegni della vita cristiana; fatti degli dell’adozione a figli, gustino la gioia di rinascere e vivere nella Tua Chiesa”. Nel rito del battesimo dei bambini si prega il Signore affinché aiuti il neonato “che fra le seduzioni del mondo dovrà lottare contro lo spirito del male”. Questa preghiera che precede l’unzione è chiamata “orazione di esorcismo” in quanto invoca la forza di Dio affinché il potere del male non abbia il sopravvento. Questo è l’autentico e originario significato dell’esorcismo cristiano.
L'olio del crisma
L'olio del crisma
L’uso di quest’olio, misto a profumo, è testimoniato nei riti di iniziazione cristiana fin dagli inizi del terzo secolo. Ancora oggi il vescovo lo usa per la Cresima, come pure per le ordinazioni presbiterali ed episcopali e che usa anche ogni sacerdote per l’unzione che si fa subito dopo il Battesimo sul capo dei bambini. Il Crisma è entrato anche nel rito della dedicazione della Chiesa per ungere sia l’altare, simbolo di Cristo, come pure le pareti dell’edificio di culto, simbolo della Chiesa costituita dai cristiani. Per l’importanza simbolica che il Crisma assume nelle celebrazioni sacramentali della Chiesa, la sua benedizione è riservata al vescovo e assume una particolare solennità. Il vescovo introduce la preghiera di benedizione con una monizione e invita tutti a pregare in silenzio per qualche istante. L’azione dello Spirito Santo viene poi solennemente invocata nella preghiera, a cui tutti i sacerdoti concelebranti partecipano stendendo la mano destra verso l’ampolla dell’olio.