Leggiamo in Geremia cap. 18: “Alzati e scendi alla casa del vasaio, e là ti farò udire le mie parole”. Dio, che con la sua Parola ci plasma come l’argilla nelle mani del vasaio, parla al suo servo non nel tempio ma nella bottega di un artigiano. A volte si crede che vi siano luoghi privilegiati per l’ascolto della Parola di Dio. Ma Dio ci parla anche sul luogo di lavoro, dove trascorriamo molto tempo della nostra vita. “Il lavoro umano è anche luogo di teofanie, per chi lavora e per chi osserva gli altri lavorare. E mentre noi continuiamo a cercare la risposta ai nostri dubbi nel tempio, o quando abbiamo smesso di cercarle, Dio ci attende nelle botteghe, manovrando il tornio dal suo banco di lavoro” (L. Bruni). In questo mese di Maggio, per la festa dei lavoratori, i vescovi italiani hanno preparato un documento per aiutare la riflessione delle comunità: “Il capitale umano a servizio dell’uomo”. Spero lo si consideri affinché la pastorale d’ambiente resti meno estranea alla normale vita parrocchiale. Come non rilevare l’importanza fondamentale che il lavoro continua ad avere nella vita dell’uomo, delle famiglie, della società? Non è proprio il lavoro, per molti giovani ma anche per tanti adulti che lo perdono, una dimensione della vita sempre più legata alla precarietà e alla preoccupazione? Forse anche la nostra pastorale ordinaria necessita di “alzarsi”, ridestarsi dal proprio torpore per essere ricreata dalle mani del Vasaio.
Paolo Massobrio