«Per chi sta con la Madonna della Salve tutto l’anno, vederla in mezzo alla gente riempie il cuore di gioia. E quando la riportiamo “su” si sente il dispiacere di non avere più così vicino la Mamma del Cielo. È sempre vero: Alessandria la Vergine esaudisce». Così ci racconta, emozionato, Aldo Scotti, sacrista (come lui ama definirsi) della Cattedrale di Alessandria e volto molto noto in città. Nato a Isola Sant’Antonio il 19 settembre 1951, Aldo è sacrestano dal 1° febbraio 1984, grazie alla proposta dell’allora vescovo di Alessandria monsignor Ferdinando Maggioni.
Aldo, che cosa ti colpisce di più della Patrona di Alessandria?
«Mi colpisce che la gente attenda con esultanza questo appuntamento per venerare con un amore indescrivibile la Salve. Un po’ come si ama la propria madre. Gli alessandrini aspettano questo momento per averla in mezzo a loro, sapendo che quando ritorna nella sua nicchia abituale Lei continua ad assisterci. Ma averla “giù” con noi ha tutto un altro sapore. Quando si assiste alla Processione è uno spettacolo per la città, per gli alessandrini e per tutta la diocesi. Ma aggiungo anche un’altra cosa…».
Aggiungi pure.
«Durante le Messe, feriali e festive, quando animo la celebrazione e come ultimo canto c’è “O Regina dell’Empireo”, la gente non esce subito dalla Cattedrale e si reca direttamente da
vanti alla Madonna. Come per un gesto istintivo».
Ci racconti qualche aneddoto?
«Ho tre aneddoti da raccontare. Parto dal primo. Una signora veniva alla Salve tutti i giorni. Mentre pulivo i candelieri di cera, sentendola piangere le chiedo se ha bisogno di un sacerdote. Lei mi risponde che il marito non riesce a trovare un posto di lavoro e ha una fede “tentennante”. E io, allora: “A casa mia dico il Rosario alle 21, fa’ anche tu così tutte le sere con tuo marito”. Al nono giorno di recita del Rosario, la rivedo e mi racconta che suo marito aveva appena ricevuto la lettera di assunzione».
Il secondo?
«Un ragazzo che abitava di fronte a me ha chiesto un aiuto per trovare lavoro. Io gli ho detto: “Ti aiuto a trovare lavoro, anche con la preghiera”. In un giorno speciale e “delicato” per lui, il 27 ottobre 2007, io e un mio amico decidiamo di recitare un Rosario insieme, affidandolo alla Madonna. Quella sera giocava l’Italia, ma noi scegliamo di non guardare la partita. Alle 22.30 finiamo il Rosario: il ragazzo mi chiama e mi rassicura sul suo destino. Tutto era andato bene, proprio grazie alla Madonna della Salve».
Invece l’ultimo aneddoto ti riguarda più da vicino…
«Nel 2017 ho voluto fare degli esami di routine, che non facevo dal 1972. Decido anche di fare l’elettrocardiogramma, e mi trovano un aneurisma e un infarto asintomatico. Avrei dovuto essere operato il 10 febbraio, ma i medici rimandano tutto e così, il giorno dopo, ho potuto assistere alla processione della Madonna di Lourdes. Tra una cosa e l’altra, si arriva al 20 febbraio. Dopo questa notizia scrivo a una mia amica per dirle del rinvio. E lei mi risponde con una frase che mi colpisce: “Certo, perché la Madonna il 12 non aveva tempo!”».
Ma è vero che davanti alla Salve c’è sempre qualcuno?
«Certamente, è una cosa importante per gli alessandrini che proprio in questa ricorrenza si “trasformano”. Come se fossero diversi. Diversi anni fa ho chiesto a monsignor Maggioni di tenere la Cattedrale aperta dal mattino alla sera, per questi nove giorni. Così le persone, anche in pausa pranzo, possono passare a salutare la Madonna».
In tutti questi anni è cambiata la devozione popolare?
«Possiamo dire che un po’ è cambiata. Basti pensare che i primi tempi il Duomo veniva allestito con 500 sedie, oltre i banchi. E una volta si riempivano sempre, con una buona frequenza quotidiana. Adesso certamente si parla di numeri inferiori. Negli Anni 80 si chiudeva la Cattedrale alle 12.30 e si riapriva alle 15. Quando ritornavo, pochi minuti prima delle 15, c’era già molta gente fuori che aspettava. Ma ricordo anche che c’erano dei nipoti che tenevano il posto per le nonne, che ancora adesso hanno la Madonna nel cuore».
Come avviene la preparazione dell’Ottavario della Salve?
«La preparazione dura una settimana buona, dopo il lunedì dell’Angelo iniziano già i preparativi. La Madonna viene pulita con panni e prodotti particolari, ma anche la sua teca viene lucidata. Poi bisogna allestire il carrello con l’addobbo dei fiori, e questa è una cosa che faccio io. E quest’anno addobberò in modo differente. Ma bisogna anche preparare l’addobbo dell’altare, il Cero pasquale e la Parola di Dio. Anche la stanchezza del lavoro viene ricompensata da questa gioia grande».
Alessandro Venticinque