ALESSANDRIA RACCONTA
L’illustre Scipione Guasco
Il borgo di Bergoglio (o Borgoglio), il più antico tra gli octo loca (chiamati anche statielli) che fondarono Alessandria nella seconda metà del XII secolo, si trovava sulla sponda sinistra del fiume Tanaro collegato alla curtis regia di Rovereto da un ponte su barche. Di chiara origine romana, conservava la forma rettangolare di un antico accampamento di epoca alto imperiale con vie larghe e rettilinee che si intersecavano ad angolo retto. Racchiuso da mura e fossati, era altresì protetto da una piccola rocca detta “la Pozzolana”. Il toponimo Bergolium derivava forse dal termine medievale broglium, ossia bosco, oppure, come sostiene lo studioso locale Claudio Zarri, da berc, un vocabolo longobardo che significa difesa. Già feudo del marchese del Monferrato, seguiva il rito ambrosiano, come si deduce dalla Chronica Aquensis del domenicano Iacopo d’Acqui.
Infatti, il 23 agosto 1071, trovò la morte e degna sepoltura a Bergoglio l’arcivescovo di Milano Guido da Velate. Nella Storia di Alessandria dall’origine ai nostri giorni di Carlo A-Valle possiamo venire a conoscenza delle imprese di un illustre bergogliese: il patrizio Scipione, vissuto nell’XI secolo, appartenente alla famiglia Guasco (originaria della Francia). Sin da giovane dimostrò di possedere un animo ardimentoso. In occasione della prima crociata – bandita da papa Urbano II con un appassionato discorso tenuto il 27 novembre 1095 durante il concilio di Clermont – fu tra i primi a partire, sotto le bandiere del condottiero Goffredo da Buglione, per liberare Gerusalemme dai saraceni. Le cronache del tempo ricordano il passaggio degli armati nel nostro territorio in particolare per la “Strada della Serra” a Montecastello dove attendevano i rinforzi provenienti dal Basso Piemonte guidati proprio da Scipione Guasco che morirà presumibilmente nel 1098 o nel 1099 durante l’assedio di Antiochia.
Il grande poeta Torquato Tasso commemorò il bergogliese, nella Gerusalemme Liberata, attraverso i seguenti versi: “Né solamente discacciò costoro / la spada micidial dal dolce mondo, / ma spinti insieme a crudel morte foro / Gentonio, Guasco, Guido e ‘l buon Rosmondo”. Ancora oggi nella tenuta Bisio, un bellissimo complesso situato lungo la strada che costeggia il torrente Lemme e collega Francavilla Bisio con Gavi, si può ammirare un affresco che raffigura la morte di Scipione Guasco alle crociate.
Mauro Remotti