LA TESTA E LA PANCIA
Senza la testa contano sempre meno la tecnica e i soldi
Le recenti notizie che provengono da casa Inter, secondo le quali un gladiatore del centrocampo come Naingollan e un bomber di razza come Icardi non rientrerebbero più nei piani del glorioso Club meneghino, fanno ripensare all’enorme importanza di disporre dell’uomo giusto al posto giusto, spesso a prescinderne dalle capacità tecniche. Qualcuno forse ricorderà, negli Anni 90, la potenza esplosiva dell’olandese Edgar Davids – uno dei più forti mediani che io abbia mai visto giocare – dotato di fisicità prorompente e di tecnica sopraffina, reclutato dalla Juventus quando, in casa Milan, per taluni senatori era una “mela marcia”. A qualcun altro, ancora, verrà in mente l’ineludibile importanza di un uomo come Andrea Pirlo, messo alla porta dal Milan come uno yogurt scaduto e capace di far vincere alla Juventus tre scudetti consecutivi fino ad assurgere al paragone con il sublime mandrogno Gianni Rivera.
In altri casi, esattamente al contrario, abbiamo assistito ai roboanti acquisti di giocatori alla resa dei conti forse non così importanti: farò forse una considerazione sacrilega, ma il pensiero di un uomo come Neymar, arrivato al Paris Saint Germain per la folle cifra di trecentotrentatré milioni di euro, e oggi, da taluni dato come partente perché in fondo non così decisivo e insostituibile, mi rammenta quanto valori e denari, in uno sport come il calcio, siano alquanto relativi. E allora penso all’importanza delle Società nel saper puntare non tanto sul pezzo più pregiato quanto sull’uomo giusto per quel particolare progetto sportivo e mi vengono in mente le parole del grande vecchio del calcio italiano, un certo Luciano Moggi, secondo cui i piedi sono molto importanti ma quando non c’è la testa un campione non va lontano…
Silvio Bolloli