La testa e la pancia
La vittoria interna racconta di una squadra in crescita
Le buone profezie si stanno avverando o, perlomeno, si sono in parte avverate: già, perché dopo aver bollato l’ultima campagna acquisti come decisamente migliorativa rispetto a quella dell’anno precedente, con le conseguenze di una rosa irrobustita dal punto di vista qualitativo e certamente più competitiva rispetto a una concorrenza forse, almeno sulla carta, meno solida, si attendevano solo i risultati del campo che, dopo due giornate iniziali così così, sono arrivati in modo convincente nella vittoria, sia pur di misura, contro il Renate. Renate, chi era costui, verrebbe da dire? Trattasi di una formazione della Provincia di Monza-Brianza che, pur provenendo da un piccolo paese, era reduce dalla bellezza di quattro vittorie consecutive, due in Campionato e due in Coppa, dunque tutt’altro che da sottovalutarsi: ebbene, al cospetto di tale avversario, l’Alessandria ha dominato dall’inizio alla fine senza correre pericoli e mostrando superiorità in tutti i reparti, legittimando una vittoria più importante di quanto il risicato punteggio di 1-0 non possa far pensare.
Ecco quindi che, alla terza giornata, sono arrivati i primi tre punti che, per i Grigi, significano solo una lunghezza di distacco dal nutrito gruppetto delle seconde in classifica e a meno quattro dal (all’apparenza imprendibile) Monza berlusconiano. Naturalmente l’Alessandria non è una formazione invincibile e numerosi sono gli aspetti da migliorare: per esempio la difesa appare troppo sulle spalle di un unico uomo, il neo arrivato Cosenza, e, in attacco, né Eusepi né Arrighini (sia pure in ottima forma) appaiono elementi dagli enormi numeri realizzativi, ma poco conta poiché le qualità, indubbiamente, ci sono e ora sono arrivati pure i risultati dunque, con un po’ di continuità, l’Alessandria non potrà fare altro che guardare davanti a sé: non più alle sue spalle come, per lunghi mesi, accadde l’anno scorso.
Silvio Bolloli