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Quante rivalità tra compagni di squadra…

La testa e la pancia 

Dopo l’incidente di domenica tra Vettel e Leclerc nel Gran Premio del Brasile

Mentre la Serie A riposa e la Nazionale si gode uno dei più rotondi punteggi della sua storia (per la cronaca il record assoluto fu un 9-0 negli Anni Quaranta) anche l’Alessandria ha potuto beneficiare di un’inaspettata giornata di tranquillità a causa degli impegni internazionali di alcuni giocatori della Juventus U23 e così potrà prepararsi al meglio per la sfida stellare del “Brianteo” contro il Monza targato Berlusconi e Galliani.


In realtà, lasciando per un attimo da parte l’ars pedatoria e la dea Eupalla di breriana memoria possiamo concederci il lusso di una divagazione presso altri lidi, per la precisione quelli motoristici, che, in occasione del recente Gran Premio del Brasile hanno visto il bizzarro autoscontro tra le due “Ferrari”, quella del quattro volte Campione del Mondo Sebastian Vettel, da troppo tempo frustrato per mancanza di successi e l’altra del promettente talento monegasco Charles Leclerc, quasi certamente futuro Campione del Mondo. Il contatto, nel caso di specie causato da Vettel che nel tentativo di dare una lezione di velocità al compagno di squadra ha stretto la traiettoria causando una collisione che ha mandato fuori gioco entrambe le monoposto, è solo l’ultimo di una lunga serie di rivalità tra compagni di squadra che, anche in Ferrari, può vantare illustri, talvolta tragici, precedenti. In alcuni casi queste competizioni casalinghe rasentarono il comico, come in occasione di una Parigi-Dakardella seconda metà degli Anni Ottanta quando il pilota della “Peugeot” Jacky Ickx attese sul traguardo il compagno Ari Vatanen (designato dalla scuderia per la vittoria assoluta) per farlo sfilare dopo avergli dimostrato che ne era stato più veloce.

In altri casi si raggiunse invece la tragedia come quando Gilles Villeneuve uscì sconfitto da un duello all’ultimo sorpasso col compagno di squadra Didier Pironi sicché, nella foga di dimostrare di essere il migliore, in occasione delle Prova del Gran Premio successivo nel Circuito di Zandvoort in Olanda, perse la vita dopo un drammatico quanto spettacolare volo in aria. Sulla rivalità tra i compagni di squadra si sono spesi fiumi di inchiostro e, in genere, si sono registrate due diverse scuole di pensiero: una secondo la quale è sempre necessario tributare la preferenza a una cosiddetta prima guida proprio per evitare duelli fratricidi che rischiano di vanificare il lavoro di tutta la Scuderia (autoscontri post Senna degli Anni ottanta docent). Un’altra, cara a Enzo Ferrari, puntava addirittura a incoraggiare questa rivalità poiché, soffiando sul fuoco della competizione si finiva con lo spingere entrambi i drivers a dare il massimo. Ognuno è libero di scegliere la strategia che ritiene più opportuna a condizione, ovviamente, che la collisione non sia volontaria nel qual caso tutto cambia.

Silvio Bolloli

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