Centro autismo regionale per adulti di Torino
Il dottor Roberto Keller, 55 anni, lavora in questo settore dal 1993 ed è direttore del Centro autismo regionale per adulti di Torino (nella foto qui sotto).
Dottore, quali attività svolgete?
«Il Centro autismo regionale per adulti di Torino nasce dieci anni fa e ha assunto una competenza a livello regionale; è situato nell’Asl Città di Torino (Dipartimento di Salute mentale). Oggi segue 650 persone con autismo e le loro famiglie. Si occupa di diagnosi, programmazione dell’intervento, formulazione di progetti individualizzati, e di interventi diretti con le persone autistiche e le loro famiglie. Inoltre, svolge un’attività di formazione su tutta la regione e di coordinamento dei referenti “Autismo adulti” delle Asl piemontesi».
C’è bisogno di questo tipo di supporto?
«Sì, dopo i 18 anni, anche per il cessare dell’attività scolastica, le persone adulte con autismo si ritrovano sole con le loro famiglie, che quindi hanno un carico gestionale di stress elevato, e qui nasce la necessità di attivare dei percorsi specifici per l’abilitazione in età adulta. Oggi è in corso un progetto nazionale chiamato “Eva – Dall’età evolutiva all’età adulta”, con attività di valutazioni e intervento dedicate alle persone con autismo dai 16 ai 25 anni per curare con attenzione la fase di transizione in età adulta. L’Asl Città di Torino e la Regione Piemonte si pongono in maniera pionieristica e avanzata rispetto al panorama nazionale».
Quattro risposte dal dottore
- Che cos’è l’autismo?
- Quali sono le cause?
- I numeri
- Le nuove cure
«Con il termine autismo intendiamo un disturbo del neurosviluppo su base genetica a insorgenza precoce che tende a permanere per tutta la vita e che si articola lungo uno spettro di condizioni di gravità e di espressività molto variabile a livello di funzionamento».
«Il bambino nasce autistico per un’interazione del corredo genetico e uno stimolo ambientale molto precoce (fattore epi-genetico), quale per esempio l’esposizione a sostanze tossiche già in gravidanza. Se prima, erroneamente, si pensava che la causa fossero i vaccini, adesso ci si concentra sui fattori inquinanti ambientali che possono attivare il patrimonio genetico in un indirizzo patologico».
«La percentuale dell’autismo a livello internazionale è dell’1%. Ma secondo gli ultimi dati del Cdc, il centro di valutazione Usa, si parla del 1,7%, 1 bambino su 59. Si è passati dall’1,3% del 2010, all’1,7% del 2014. E anche nel 2018 si parla di questi dati per i bambini dall’età di otto anni. Il dato in Piemonte è intorno allo 0,8%, ed è affidabile perché basato su una raccolta informatizzata».
«È in corso di sperimentazione il primo farmaco al mondo per i sintomi core dell’autismo, il Balovaptan. Questo farmaco dovrà inserirsi in un progetto di cura che sia anche abilitativo ed educativo, in quanto la terapia dell’autismo non è da leggersi solo in senso farmacologico. Ma ci sono anche dati interessanti sulle terapie probiotiche che migliorano il funzionamento intestinale e comportamentale».
Speciale a cura di Alessandro Venticinque