Martedì d’Avvento
Il resoconto dell’incontro con l’astrofisico Marco Bersanelli
Martedì 3 dicembre, all’Auditorium San Baudolino, si è svolto il primo dei tre “Martedì d’Avvento” organizzati dalla diocesi di Alessandria in collaborazione con il Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) e con il Centro di cultura dell‘Università Cattolica. Il relatore, l’astrofisico di fama europea Marco Bersanelli (nella foto) dell’Università di Milano, autore di più di trecento pubblicazioni, è, tra l’altro, uno dei principali responsabili scientifici della missione spaziale Planck dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, alla quale si devono le ultime scoperte sulla struttura dell’universo e di queste ha parlato nel suo intervento.
Partendo dalle rappresentazioni del cosmo, che fin dalla preistoria l’uomo ha concepito interrogandosi di fronte alla meraviglia di un cielo stellato, Bersanelli ha sottolineato come solo la religione ebraica concepisca un creatore altro rispetto allo spazio e al tempo e ha riproposto le parole del salmo 8 come grido di stupore di fronte alla bellezza e immensità del creato: guardandolo, l’uomo percepisce la propria piccolezza e, nel contempo, ringrazia Dio perché lo ha fatto simile a lui.
«La bellezza dell’universo è come quella di un fiore, di una rosa, che cresce e si apre espandendosi» ha affermato Bersanelli. Anche l’universo si espande e genera una storia che è possibile conoscere, risalendo fino a 14 miliardi di anni fa. Questa immagine dell’universo potrà essere rappresentata nella guglia maggiore, la torre di Gesù Cristo, della Sagrada Familia di Barcellona. Il profilo della grande torre segue una curva dello stesso tipo di quella che Lemaitre aveva tracciato per primo 90 anni fa. Nella torre sarà rappresentato l’universo che evolve nel tempo: dal fondo cosmico di microonde, alla formazione delle strutture galattiche, fino al nostro sistema solare. Il dibattito ha consentito di approfondire diversi aspetti. Sollecitato dalle domande (compresa quella del direttore di “Voce”), il relatore ha anche parlato della propria immagine di Dio, affermando come la fede passi per lui attraverso la conoscenza e l’esperienza comunitaria, le tante persone che ci portano a Cristo. Renato Balduzzi, che ha moderato la serata, nel ringraziare il relatore ha sottolineato come egli ci abbia dato non solo una lezione di contenuti, ma anche di metodo: scienza e fede non sono in competizione e non si escludono l’una con l’altra, sta a ciascuno di noi e al modo con cui si pone di fronte alla realtà leggerla come dono di Dio o come vuoto senza risposta.
Il vescovo, monsignor Gallese, nel concludere la serata, ha ringraziato il relatore e ha augurato a tutti di camminare in questo Avvento alla ricerca di quella luce che, venendo tra gli uomini, consente loro di ritornare al cielo. Prossimo appuntamento martedì 10 dicembre, sempre alle ore 21: a differenza di quanto previsto, la relazione sarà tenuta dal professor don Oreste Aime, filosofo della religione, che proporrà immagini di Dio nella poesia contemporanea, mentre al professor don Roberto Repole sarà affidato l’ultimo incontro.
B. V.